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Zelensky a Budapest, la preoccupazione per le scelte di Trump: “Nessuno sa cosa farà, ma no a concessioni a Putin, ci servono più armi”

Ad accoglierlo a Budapest è arrivato per primo Viktor Orban. Il premier ungherese dev’essere apparso a Volodymyr Zelensky come un messaggero involontario di un nuovo corso per l’Ucraina, inaugurata dalla nuova presidenza di Donald Trump a Washington. La preoccupazione di Kiev per una riduzione dell’impegno degli Stati Uniti nel sostegno economico e militare al Paese nella sua guerra contro la Russia è innegabile: anticipata prima del voto, ora si è fatta concreta nelle parole di Zelensky.

“Ieri ho parlato con il presidente Donald Trump, come hanno fatto molti di voi” ha detto il presidente ucraino ai leader mondiali nel suo intervento previsto al summit della Comunità Politica Europea a Budapest. Mercoledì il presidente ucraino aveva fatto sapere che la telefonata era stata “ottima”. “È stata una conversazione bella e produttiva – ha ribadito ieri il leader di Kiev – Naturalmente non possiamo ancora sapere quali saranno le sue azioni specifiche. Ma speriamo che l’America diventi più forte”. Anche l’Europa ha bisogno di un’America più forte, ha specificato Zelensky:”Questo è il tipo di America di cui l’Europa ha bisogno.

E un’Europa forte è ciò di cui l’America ha bisogno. Questo è il legame tra alleati che deve essere valorizzato, non può andare perduto”. Forte, in questo caso, va letto nel senso della continuità con le scelte prese dall’amministrazione Biden dopo l’invasione di Mosca nel 2024. Al contrario, a neanche 24 ore dalla proclamazione della vittoria di Trump nella corsa per la Casa Bianca, circolano già indiscrezioni sui piani di alcuni “consiglieri” del tycoon per “congelare” la guerra allo stato attuale, concedendo a Mosca i guadagni territoriali ottenuti finora in cambio di uno stop all’offensiva, e cancellando l’ingresso di Kiev nella Nato.

“Inaccettabile chiederci concessioni. Sarebbe un suicidio per l’Europa. Ci servono armi” – “Dal nostro ultimo incontro in questo formato, la guerra della Russia è aumentata in modo significativo”, ha detto Zelensky ricordando l’arrivo di soldati nordcoreani a difesa della regione occupata di Kursk in Russia. Rispondendo indirettamente al piano dei trumpiani circolati, Zelensky ha rilanciato: “Dal vertice della Comunità politica europea in Gran Bretagna a luglio, si è parlato molto della necessità di cedere a Putin, di fare marcia indietro, di fare delle concessioni. E alcuni di voi qui presenti hanno fortemente sostenuto che l’Ucraina facesse delle ‘concessioni’ a Putin“. L’ipotesi è del tutto irricevibile per Kiev: “È inaccettabile per l’Ucraina e un suicidio per tutta l’Europa”, ha detto Zelensky.

Cosa succederà dopo? “L’Europa dovrebbe cercare il favore di Kim Jong Un nella speranza che anche lui lasci l’Europa in pace? Nessun leader forte che abbia contribuito a costruire un’Europa unita, forte e pacifica immaginerebbe di farlo. Ma il concetto di ‘pace attraverso la forza’ ha dimostrato il suo realismo ed efficacia più di una volta. Ora, è di nuovo necessario”. La guerra si svolge su suolo ucraino, ha ribadito Zelensky, ed è Kiev a decidere: “L’Ucraina è grata per tutto il supporto dei nostri partner, siamo aperti a qualsiasi idea costruttiva per raggiungere una pace giusta per il nostro paese. Ma spetta all’Ucraina decidere cosa dovrebbe e cosa non dovrebbe essere all’ordine del giorno per porre fine a questa guerra”. Per il leader di Kiev, l‘unica soluzione è avere altre armi: “Noi ci difendiamo non dalle parole russe, ma dagli attacchi russi. Pertanto, abbiamo bisogno di un numero sufficiente di armi, non di sostegno nei negoziati”.