Musica

Zucchero: “I ragazzi vanno ai talent per diventare icone, senza gavetta. Diventano star in una notte. Alcune cantanti (specie negli Usa) si misurano sull’essere più o meno nude per battere la concorrenza”

L'artista presenta a FqMagazine il nuovo album "Discover II" e si lascia andare ad una lunga riflessione sulle nuove generazioni e le guerre

di Andrea Conti
Zucchero: “I ragazzi vanno ai talent per diventare icone, senza gavetta. Diventano star in una notte. Alcune cantanti (specie negli Usa) si misurano sull’essere più o meno nude per battere la concorrenza”

“Discover II” di Zucchero rivisita brani del repertorio musicale italiano e internazionale che l’artista ha più ha amato nella sua vita. Nella tracklist il singolo “Amor Che Muovi Il Sole”, ma anche “Una Come Te”, versione italiana con il testo a firma di il cantante della canzone “Chinatown” della band Bleachers, e le collaborazioni con Paul Young in “I See A Darkness” e Oma Jali, vocalist e corista che da anni accompagna l’artista in tour in tutto il mondo, in “Se Non Mi Vuoi”. Nella versione box deluxe, inoltre, sono presenti le collaborazioni con Jack Savoretti, Irene Fornaciari, Russel Crowe e Salmo e il brano “Io Vivo (In Te)”. Zucchero nel 2025 torna live in Italia negli stadi con il suo tour a partire da giugno. Abbiamo incontrato l’artista in un hotel in centro a Milano per confrontarci sulle nuove generazioni, le guerre, la mancanza di ideali e una speranza che forse ancora non c’è.

Se in “Discover” Zucchero era avvolto da una lunga coperta di lana colorata in mezzo ai ghiacciai, stavolta è immerso nel bosco con il suo cane. “Ho sentito la necessità di tornare a casa, – ci racconta l’artista – dopo un tour lunghissimo. Vivo a Pontremoli, in una fattoria con un bosco enorme dietro. Non ho più voglia di fotografie posate, in studio, la ricerca della copertina e tutte quelle cose lì… Quindi l’idea di farla in mezzo al bosco mi sembrava una cosa da signorotto di campagna, in una situazione familiare col mio cane, quando l’ho vista quella immagine l’ho subito promossa. C’erano altre due possibilità, ma non rispecchiavano il disco che contiene una certa malinconia, ancora più del precedente, basti pensare a ‘I See A Darkness’, ‘Rapsodia’, ‘Se Non Mi Vuoi’, ‘Amor Che Muovi Il Sole’ e ‘Una Come Te’”.

“I RAGAZZINI SI AMMAZZANO PER UNA SCARPA” – “Cosa mi preoccupa oggi? Credo ciò che preoccupa un po’ tutti: le guerre, le elezioni americane, Trump… Ma anche questa generazione, i ragazzi giovani, le gang che si ammazzano per niente, per una scusa banale, questo giro di droghe infinite, gli stupri… C’è un mal di vivere, senza speranza per il futuro. Viviamo in una situazione dove la vita non ha nessun valore sia per chi ammazza, ma anche per chi viene ammazzato. Forse i telegiornali la fanno più grossa di quella che non è per mettere anche un po’ paura, ma io non riesco più a vederli. Ormai sembra un necrologio continuo tutte le sere, forse per deviare dai problemi più grossi… Da padre dico che dovremmo vivere in un mondo un po più genuino meno cattivo, meno brutto, ci vorrebbe un po’ più di armonia. I ragazzi di oggi, che tra l’altro sono bellissimi, hanno delle capacità e delle possibilità che noi sicuramente – quando avevamo la loro età – non avevamo. Sono anche molto più avanti dal punto di vista mentali rispetto a come eravamo noi… Sono più aperti di quando avevo 18 anni e vivevo in un paesino. Le nuove generazioni hanno molte più possibilità e le infinite opportunità che offre lo sviluppo tecnologico. E invece poi ti ritrovi davanti un ragazzino che ammazza perché gli pestano la scarpa e gliela sporcano. Questo mi fa star male”.

“IL MALE DI OGGI? LA CORSA ALLA RICCHEZZA” – “C’è chi dice come Crepet che i genitori dovrebbero essere meno permissivi con i figli che. Una volta quando tornavi dalla scuola dopo che avevi preso un butto voto ti arrivavano due scappellotti, sia chiaro non è che condivido questo metodo, però adesso i genitori danno subito la colpa agli insegnanti. Una volta si pensava che tra la provincia e la grande città c’era differenza, tanto è vero che quando è nato mio terzo figlio Blu abbiamo deciso di vivere in campagna a Pontremoli in una specie di fattoria, per farlo crescere con i piedi nudi, con gli animali…Oggi invece anche in provincia si consumano drammi tra i giovani. Quindi di chi è la responsabilità e di chi è la colpa? È dura da capire. C’è chi dice che la colpa sia della società. Ma non ha senso se si pensa a chi è nato povero o da famiglie umili, che non si poteva di certo permettere grandi possibilità, poi sono fatti un culo così e sono diventate persone con i coglioni, questo succede ed è successo anche a molti artisti. Magari avevano i genitori che lavoravano dalla mattina alla sera e non potevano essere molto presenti… Mio padre lavorava tantissimo, tra noi c’era neanche dialogo, non si interessava se io stavo male o stavo bene. La regola in casa era ‘Mangia e Tas!’, cioè mangia e taci. Però gli ho voluto bene e l’ho rispettato lo stesso. Forse è la troppa facilità con cui a questi ragazzi viene inculcato che è facile far soldi, fare i divi e diventare di VIP…Non hanno una lira, vanno a spacciare per comprare un telefonino all’ultima moda, quando io fino a cinque anni fa andavo in giro con il Nokia, per dire. Non hanno il senso del lavoro, della gavetta, del farsi il culo, ma pensano alla sfida, alla challenge su TikTok, ai braccialetti d ‘oro, le macchine di lusso subito. A quesa mentalità contribuiscono sicuramente i social”.

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