Cosa è accaduto ad Amsterdam giovedì? Quante persone sono state ferite? Ci sono dispersi? E come sono nate le violenze nei confronti dei tifosi israeliani? A distanza di molte ore da quello che le autorità di Tel Aviv hanno definito un “pogrom” nel cuore dell’Europa, ci sono alcuni punti fermi e diversi interrogativi riguardo alla genesi e allo sviluppo delle aggressioni, strada per strada, dopo il match tra Ajax e Maccabi Tel Aviv. Ecco cosa sappiamo finora grazie ai filmati, alle testimonianze e alla ricostruzione delle stesse forze dell’ordine dei Paesi Bassi.
Cosa è accaduto giovedì pomeriggio in piazza
Dopo che nei giorni precedenti erano spuntate scritte sui muri contro la presenza degli israeliani in occasione della partita di Europa League, i tifosi del Maccabi Tel Aviv si sono ritrovati in piazza Dam, una delle aree più centrali di Amsterdam. Il raduno era stato pubblicizzato sul web nei giorni precedenti alla partita. Tra i gruppi che avevano chiamato i fan a raccolta ci sono gli ultras di Fanatics, uno dei gruppi più estremi della curva gialloblu. La loro presenza, ampiamente pubblicizzata su Facebook, è testimoniata anche da numerosi scatti pubblicati in Rete. Tra questi anche un tentativo di aggressione a un arabo, definito manifestante pro Palestina, al quale è stata gettata una busta di mayonese in testa ed è stato scalciato da alcuni ultras. L’uomo è stato poi allontanato dalla polizia. I Fanatics, come ricordato dal blog Pallonate in Faccia, nel 2014 rivolsero insulti razzisti contro un loro giocatore arabo-israeliano, Maharan Radi, costringendolo a lasciare il club e sono considerati vicini al gruppo ultras xenofobo La Familia, supporter del Beitar Gerusalemme.
La bandiera palestinese e i cori in metropolitana
Molteplici video pubblicati sui social immortalano gruppi di persone che staccano almeno due bandiere palestinesi appese sui balconi di altrettante case. Fatti che, come ha spiegato la polizia, sarebbero avvenuti già mercoledì sera. Sempre alcuni contenuti pubblicati in Rete, immortalano gli ultras del Maccabi mentre si incamminano verso lo stadio con la metropolitana e si sentono cori nei quali, stando alle traduzioni, si inneggia l’Idf, l’esercito israeliano, a finire il lavoro a Gaza e si augurerebbe il massacro dei bambini palestinesi.
Il tweet della polizia di Amsterdam
La vicenda della bandiera strappata è stata confermata dalla polizia di Amsterdam in un tweet, che riferisce di criticità già nei giorni precedenti. “Ieri sera abbiamo rafforzato la presenza in città dopo che ci sono stati segnali di tensione in diversi punti del centro. Forse a causa della prossima partita dell’Ajax contro il club israeliano Maccabi e dell’AZ contro il club turco Fenerbahçe. Lungo Rokin (una delle vie più grandi di Amsterdam, che parte da piazza Dam, ndr) una bandiera palestinese è stata staccata da una facciata da persone, al momento sconosciute. In piazza Max Euwe la polizia ha impedito uno scontro tra un gruppo di tassisti e un gruppo di visitatori provenienti dal casinò adiacente”, scriveva sul proprio profilo X già giovedì mattina. In strada erano schierati 800 agenti, hanno affermato i vertici della polizia.
Il minuto di silenzio allo stadio
Come in tutte le competizioni Uefa di questa settimana, anche alla Johan Cruijff Arena di Amsterdam si è tenuto un minuto di silenzio per le vittime della strage climatica di Valencia. Nel corso del raccoglimento, alcuni video certificano come dal settore occupato dagli ultras del Maccabi si siano provocatoriamente levati fischi, sono state sventolate bandiere e accesi fumogeni. In molti hanno fatto notare come ciò possa essere collegato alle critiche del governo spagnolo alla guerra portata avanti da Benjamin Netanyahu nella Striscia di Gaza e in Libano.
La caccia nelle strade (e il ruolo dei tassisti)
Ciò che è accaduto dopo la partita è la parte più nota della vicenda. Gruppi di persone, sostenitori della Palestina e apparentemente di origine araba, hanno dato la caccia ai tifosi del Maccabi nelle strade di Amsterdam. Secondo alcune fonti israeliane, un ruolo potrebbero averlo giocato anche i tassisti dopo i diverbi precedenti di cui ha dato conto la polizia: avrebbero aiutato gli aggressori a muoversi più rapidamente da un punto all’altro della città per raggiungere i gruppi di ebrei. Secondo Hedy Borreman, direttore generale di Tca, la più grande compagnia di taxi olandese, le immagini non mostrano che gli autisti abbiano avuto un ruolo negli abusi: “Se si scoprisse che i conducenti sono coinvolti nelle violenze, verranno prese le misure appropriate”, ha garantito. Alcuni filmati immortalano anche il tentativo degli aggressori di entrare negli hotel dove alloggiavano gli israeliani. Complessivamente, le istituzioni dei Paesi Bassi hanno parlato di 5 persone ferite ospedalizzate (e poi dimesse) e hanno smentito la presenza di ostaggi spiegando che al momento non hanno alcuna informazione al riguardo. La polizia ha fermato 62 persone, tra i quali due minorenni, e dieci di loro si trovano ancora in custodia.