Christian Raimo è stato colpito dall’ufficio scolastico regionale con la sospensione dal servizio per tre mesi e la decurtazione dello stipendio del 50% per le sue parole contro il ministro Valditara. Esprimo la mia solidarietà a Raimo perché le libertà in Italia sono sotto attacco da parte di chi dovrebbe tutelarle: dirigenti scolastici e rettori.
La prima ragione della mia solidarietà è che un rettore o un dirigente scolastico può essere schierato con un partito di governo o operare in suo favore. Nessuno può escludere che quel rettore o dirigente scolastico stia reprimendo un professore per compiacere un ministro. I rettori e i dirigenti scolastici che puniscono un professore per difendere un ministro gettano sempre una luce sinistra su di sé. La ragione è ovvia. Un ministro non ha bisogno di essere aiutato da un rettore o da un dirigente scolastico, però i dirigenti scolastici e i rettori possono essere aiutati da un ministro. Si pensi a quei rettori che diventano ministri avendo concepito il loro incarico accademico come un ascensore sociale per arrivare al vertice della Repubblica Italiana. Non pochi rettori interagiscono con ministri e presidenti di regione con l’intenzione di proiettarsi in politica una volta scaduto il mandato rettorale.
La compenetrazione tra potere politico e potere accademico, in Italia, è profonda. L’analisi della documentazione disponibile dice questo: rettori e dirigenti scolastici attaccano i professori per difendere i ministri, ma non attaccano mai i ministri per difendere i professori. La domanda sociologicamente rilevante è quale livello di servilismo la società libera possa sopportare da parte delle università e della scuola senza crollare a causa del tradimento della sua classe intellettuale.
Si pensi al documento di fedeltà a Mario Draghi del 18 luglio 2022 firmato da tanti rettori italiani che difendevano il governo in carica davanti al rischio della sua caduta: “L’Università ha bisogno di lei [presidente Draghi]. Per questo vogliamo farle avere un rinnovato messaggio di stima”. Si pensi ai documenti pubblici firmati dai rettori italiani per esprimere il loro sostegno alle politiche di guerra di Draghi-Biden in Ucraina che hanno causato la distruzione di quel Paese martoriato.
Domandiamoci, adesso, quali regole dovremmo introdurre per proteggere la società libera dalla deriva in corso.
Le università e la scuola pubblica non dovrebbero mettere bocca su quello che i docenti dicono al di fuori dell’università e della scuola, televisione inclusa. I codici etici delle università e delle scuole sono soltanto un trucco per consentire al potere politico di controllare la scuola e le università. Rettori e dirigenti scolastici dovrebbero sempre vergognarsi di intervenire in favore di un ministro contro i professori. I ministri si difendono da sé, come dimostra il caso di Donatella Di Cesare, studiosa di fama internazionale, per la quale il giudice monocratico di Roma ha dichiarato il non luogo a procedere nella sua disputa con il ministro Lollobrigida.
Nelle dittature i rettori e i dirigenti scolastici si prostrano ai ministri. Le società libere funzionano diversamente.
Alessandro Orsini
Professore di Sociologia del terrorismo alla Luiss
Scuola - 8 Novembre 2024
La mia solidarietà a Christian Raimo: rettori e dirigenti difendono i ministri e mai i prof
Christian Raimo è stato colpito dall’ufficio scolastico regionale con la sospensione dal servizio per tre mesi e la decurtazione dello stipendio del 50% per le sue parole contro il ministro Valditara. Esprimo la mia solidarietà a Raimo perché le libertà in Italia sono sotto attacco da parte di chi dovrebbe tutelarle: dirigenti scolastici e rettori.
La prima ragione della mia solidarietà è che un rettore o un dirigente scolastico può essere schierato con un partito di governo o operare in suo favore. Nessuno può escludere che quel rettore o dirigente scolastico stia reprimendo un professore per compiacere un ministro. I rettori e i dirigenti scolastici che puniscono un professore per difendere un ministro gettano sempre una luce sinistra su di sé. La ragione è ovvia. Un ministro non ha bisogno di essere aiutato da un rettore o da un dirigente scolastico, però i dirigenti scolastici e i rettori possono essere aiutati da un ministro. Si pensi a quei rettori che diventano ministri avendo concepito il loro incarico accademico come un ascensore sociale per arrivare al vertice della Repubblica Italiana. Non pochi rettori interagiscono con ministri e presidenti di regione con l’intenzione di proiettarsi in politica una volta scaduto il mandato rettorale.
La compenetrazione tra potere politico e potere accademico, in Italia, è profonda. L’analisi della documentazione disponibile dice questo: rettori e dirigenti scolastici attaccano i professori per difendere i ministri, ma non attaccano mai i ministri per difendere i professori. La domanda sociologicamente rilevante è quale livello di servilismo la società libera possa sopportare da parte delle università e della scuola senza crollare a causa del tradimento della sua classe intellettuale.
Si pensi al documento di fedeltà a Mario Draghi del 18 luglio 2022 firmato da tanti rettori italiani che difendevano il governo in carica davanti al rischio della sua caduta: “L’Università ha bisogno di lei [presidente Draghi]. Per questo vogliamo farle avere un rinnovato messaggio di stima”. Si pensi ai documenti pubblici firmati dai rettori italiani per esprimere il loro sostegno alle politiche di guerra di Draghi-Biden in Ucraina che hanno causato la distruzione di quel Paese martoriato.
Domandiamoci, adesso, quali regole dovremmo introdurre per proteggere la società libera dalla deriva in corso.
Le università e la scuola pubblica non dovrebbero mettere bocca su quello che i docenti dicono al di fuori dell’università e della scuola, televisione inclusa. I codici etici delle università e delle scuole sono soltanto un trucco per consentire al potere politico di controllare la scuola e le università. Rettori e dirigenti scolastici dovrebbero sempre vergognarsi di intervenire in favore di un ministro contro i professori. I ministri si difendono da sé, come dimostra il caso di Donatella Di Cesare, studiosa di fama internazionale, per la quale il giudice monocratico di Roma ha dichiarato il non luogo a procedere nella sua disputa con il ministro Lollobrigida.
Nelle dittature i rettori e i dirigenti scolastici si prostrano ai ministri. Le società libere funzionano diversamente.
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Israele, terremoto allo Shin Bet: Netanyahu silura il capo Bar e denuncia il suo predecessore
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Il presidente del partito israeliano Unità Nazionale, Benny Gantz, definisce il licenziamento, da parte del premier Benjamin Netanyahu, del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, "un colpo diretto alla sicurezza dello Stato e allo smantellamento dell'unità nella società israeliana per ragioni politiche e personali".
Anche il presidente di Yisrael Beytenu, Avigdor Liberman, condanna la decisione, dichiarando che se il Primo Ministro Netanyahu “avesse combattuto Hamas con la stessa determinazione con cui sta combattendo il capo dello Shin Bet, l'ufficio del Procuratore generale e il sistema giudiziario, l'olocausto del 7 ottobre sarebbe stato impedito”.
Mosca, 16 mar. (Adnkronos) - La Russia ha ripetutamente affermato che non dovrebbero esserci “forze di peacekeeping” della Nato in Ucraina. E se l'Alleanza decidesse di aiutare Kiev in questo modo, significherebbe la guerra. Lo ha affermato su X il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha annunciato la sua intenzione di licenziare il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, e di averlo "informato che la prossima settimana presenterà una proposta al governo per porre fine al suo mandato".
In una dichiarazione successiva, Netanyahu ha spiegato: “In ogni momento, ma soprattutto durante una guerra esistenziale come quella che stiamo affrontando, deve esserci piena fiducia tra il primo ministro e il capo dello Shin Bet. "Ma sfortunatamente, la situazione è l'opposto: non ho questa fiducia. Nutro una sfiducia continua nel capo dello Shin Bet, una sfiducia che è solo cresciuta nel tempo".
(Adnkronos) - "Il nemico americano ha lanciato un'aggressione palese contro il nostro Paese nelle ultime ore con oltre 47 attacchi aerei", si legge nella dichiarazione. In risposta, "le Forze Armate hanno condotto un'operazione militare specifica prendendo di mira la portaerei americana USS Harry S. Truman e le sue navi da guerra nel Mar Rosso settentrionale con 18 missili balistici e da crociera e un drone".
"Con l'aiuto di Allah Onnipotente", prosegue la dichiarazione, "le forze armate yemenite continueranno a imporre un blocco navale al nemico israeliano e a vietare alle sue navi di entrare nella zona di operazioni dichiarata finché gli aiuti e i beni di prima necessità non saranno consegnati alla Striscia di Gaza".
Sana'a, 16 mar. (Adnkronos) - Gli Houthi hanno risposto ai bombardamenti americani sullo Yemen attaccando la USS Harry S. Truman nel Mar Rosso con missili balistici e un drone. Lo rivendica il portavoce del gruppo yemenita.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - La polizia israeliana ha aperto un'indagine sull'ex capo dell'agenzia di sicurezza Shin Bet, Nadav Argaman, dopo che venerdì il primo ministro Benjamin Netanyahu ha presentato una denuncia.
Il premier israeliano ha accusato Argaman di ricatto e reati legati alla legge che riguarda lo Shin Bet, che proibisce ai dipendenti dell'organizzazione di divulgare informazioni ottenute nell'ambito del loro lavoro.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un abitante di Gaza, che stava "tentando di piazzare ordigni esplosivi" nei pressi del corridoio di Netzarim, è stato ucciso. Lo riferisce l'esercito israeliano.