Aumentare di cinque euro il costo di ogni pacchetto di sigarette per disincentivare l’abitudine al fumo, soprattutto tra i più giovani, evitando migliaia di morti ogni anno e recuperando fondi fondamentali per finanziare un Servizio sanitario nazionale sempre più in crisi. Se la campagna #SOStenereSSN avrà successo, ogni anno entreranno nelle casse dello stato fino a 13,8 miliardi di euro, dieci volte la cifra lorda stanziata per la sanità dal governo Meloni nella legge di bilancio 2025. Senza contare i costi socio-sanitari che potrebbero essere tagliati riducendo l’incidenza dei tumori nella popolazione.

Solo per trattare il carcinoma polmonare, il tumore più associato al fumo, ogni anno vengono spesi circa 2,5 miliardi di euro. Ma se si considera il grande numero di patologie correlate a questa malsana abitudine – come altre neoplasie o malattie cardiovascolari e respiratorie – i costi in carico al Ssn crescono esponenzialmente: ogni anno in Italia il tabacco causa 93mila morti, con costi diretti e indiretti pari a oltre 26 miliardi di euro.

Promossa dall’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), Fondazione Aiom e Panorama della Sanità, #SOStenereSSN ha come obiettivo l’istituzione di una tassa di scopo che alzi il prezzo delle sigarette dai 5-6 euro attuali, tra i più bassi d’Europa, a 10 euro a pacchetto. Presentata in Senato a inizio ottobre, la campagna è stata rilanciata da Aiom alla vigilia dell’inizio del 26esimo congresso nazionale della società scientifica, che prende il via a Roma l’8 novembre.

Secondo i dati diffusi da Aiom, nove diagnosi di tumore del polmone su dieci sono causate dal fumo di sigaretta. Nel 2023, i nuovi casi in Italia sono stati quasi 40mila. Il 24,5% degli adulti (tra i 18 e i 69 anni) fuma. Ma l’elemento più preoccupante secondo gli oncologi è l’aumento di giovani consumatori di tabacco: più di un under 17 su cinque fuma, il 22%. Di questi, l’11% consuma più di mezzo pacchetto di sigarette al giorno. Tra i tabagisti abituali, di ogni fascia d’età, oltre il 44% ha iniziato prima dei 18 anni.

Per questo, sottolinea il presidente Aiom Francesco Perrone, è così importante disincentivare il fumo tra gli adolescenti: “Gli ultimi dati tra i giovanissimi sono francamente preoccupanti – commenta -. Nel 2023 la metà degli studenti ha ammesso di aver fumato sigarette almeno una volta nella vita. Si tratta di oltre un milione e 200mila adolescenti, sia maschi che femmine”.

Raddoppiare il prezzo delle sigarette, come proposto da Aiom, renderebbe il fumo un’abitudine economicamente insostenibile per i giovani senza un reddito o per i lavoratori a inizio carriera. “Il vizio può essere contrastato con maggiore successo tra coloro che hanno appena iniziato – spiega il presidente -. Perciò riteniamo che un aumento forte del prezzo d’acquisto possa essere particolarmente efficace per i più giovani. Con il doppio vantaggio di trovare nuove entrate per il sistema sanitario, oggi particolarmente in affanno”.

La proposta ha ottenuto l’appoggio politico della vicepresidente del Senato, Maria Domenica Castellone. La senatrice del Movimento 5 Stelle, sostenuta anche da esponenti di altri partiti di opposizione, ha annunciato di voler inserire in manovra degli emendamenti che vadano in questa direzione. L’Italia in questo modo si adeguerebbe alle raccomandazioni delle principali organizzazioni internazionali. Sia l’Organizzazione mondiale della sanità che la Banca mondiale, infatti, considerano l’aumento della tassazione delle sigarette una delle strategie più efficaci per attuare un programma governativo di controllo del tabagismo: secondo le stime, un aumento del 10% del prezzo corrisponde a una riduzione del 4% dei consumi.

Sono già molti i paesi in Europa ad aver applicato delle severe politiche anti fumo, alzando il prezzo del tabacco. In Irlanda e Norvegia un pacchetto costa tra i 16 e i 13 euro. Nel Regno Unito, il prezzo si aggira sui 15 euro, mentre in Francia i pacchetti costano intorno agli 11 euro. In Germania, Belgio e Danimarca la media è di 7-8 euro. E uscendo dal nostro continente si possono trovare prezzi anche decisamente più alti: in Australia e Nuova Zelanda i fumatori devono spendere 25 euro per ogni pacchetto.

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