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L’ex ambasciatore Usa alla Nato Voker: “Putin è un osso duro, ma Trump gli farà capire che non gli conviene proseguire la guerra”

L'inviato speciale per l'Ucraina durante la precedente amministrazione repubblicana: "Il presidente cercherà un rapido accordo"

Con Trump comincia l’era dell’incertezza soprattutto per chi rimane al fronte. Le voci dei soldati ucraini le ha raccolte il Kyiv Post: l’esito elettorale americano “è qualcosa da accettare, come il meteo” ha detto un soldato. Per molte truppe gialloblu che speravano nel trionfo dei democratici alle urne, la sconfitta di Kamala è tragica, ma “non è la fine del mondo”. Le divisioni possono solo sperare che il presidente repubblicano non li abbandonerà, che vorrà mostrare la superiorità militare americana all’esercito di Mosca, per non accontentare l’omologo russo. Ma sanno anche che è un businessman: “Può essere incline a scendere a compromessi con la Russia, il che potrebbe avere conseguenze disastrose per noi” ha detto un altro soldato.

“Trump chiamerà Putin il più velocemente possibile e gli dirà che deve fermare la guerra”. “Quello che mi aspetto che accada è che Putin avrà delle richieste”. Ma Trump dirà: “No”. Il giornale ucraino ha anche intervistato l’ex ambasciatore statunitense alla Nato e inviato speciale per l’Ucraina durante la precedente amministrazione Trump (2017-2019), Kurt Voker, secondo cui il 47esimo presidente degli Stati Uniti cercherà “un rapido accordo” per far tacere le armi alla frontiera: “Non penso che voglia vedere questa guerra continuare una volta che sarà in carica”.

Il diplomatico che fece da intermediario tra i funzionari russi e quelli ucraini per negoziare la questione Crimea, la penisola annessa unilateralmente nel 2014, lo stesso anno in cui scoppiò il conflitto in Donbas, al quotidiano ucraino si è detto convinto che con le buone, o quelle cattive, il tycoon troverà una soluzione. Putin è “l’avversario più astuto e scaltro che si possa avere”: mente, imbroglia, attacca, uccide e “non è interessato a un accordo, ma a prendersi tutta l’Ucraina”. Dunque se Trump vorrà davvero avviare i negoziati dovrà convincere Putin che “gli costerà troppo proseguire” sul campo, militarmente, dovrà “mostrare molta più forza”. E “permetterà all’Ucraina di prendere in prestito ciò di cui ha bisogno per difendersi”.