I legali del magnate dell'hip hop sul piede di guerra dopo il proliferare di indiscrezioni sui protagonisti dei "Freaks Off", i festini a base di alcol, sesso e droga
Si sta consumando in queste settimane un’aspra battaglia tra i legali di Puff Daddy e il proliferare di interviste di presunti e presunte ex partecipanti ai festini a base di alcol, droga e sesso organizzati dal rapper e denominati “Freaks Off”. Il magnate dell’hip hop è in carcere con le accuse di violenza e traffico sessuale. Gli avvocati di Daddy hanno chiesto, in particolare, al giudice di limitare le dichiarazioni rilasciate da potenziali testimoni e dai loro avvocati al di fuori del tribunale. Anche perché, secondo il loro punto di vista, potrebbero già influenzare i potenziali giurati in vista del processo previsto per il 5 maggio 2025.
Tra le centinaia di segnalazioni e interviste c’è anche quella dell’ex modella, oggi lavora in tv, Precious Muir che è entrata in contatto con Daddy e il suo team quando si è trasferita a New York nel 2005, poco più che ventenne.
“Quando sono arrivata a New York – ha raccontato la donna al Daily Mail – mi hanno subito suggerito di ‘far rete’ ossia di entrare nei giri giusti per avere subito dei contatti con vip o produttori televisivi. Così sono stata contattata per partecipare a una festa organizzata nel 2007 con un autista che mi ha accompagnata in Suv dagli Hamptons, dove alloggiavo, all’evento a New York”.
Poi il racconto si fa macabro: “Avevo sentito storie da altre modelle che dicevano che dovevo stare molto attenta quando si andava a queste feste – ha proseguito Precious Muir – perché ci sono persone che cercano sempre di provarci. Io ero giovane e ingenua. Appena arrivata alla festa, dopo qualche minuto mi è stata offerta della droga: ‘Vuoi una striscia di coca?’ ‘Vuoi della coca?’ ‘Vuoi fumare erba?’. Di certo alcuni ospiti erano lì solo per approfittare di giovani modelle e ragazze che sognavano di diventare cantanti, ballerine e intrattenitrici. Daddy era il capobranco, ma c’erano altri lupi in casa“.
E ancora: “Alle ragazze venivano offerti drink con la droga dentro e convinte a fare sesso per poi essere filmate senza il loro consenso. Il fatto di aver deciso di non assumere droghe mi ha probabilmente salvato la vita. Ci sono state molte ragazze che non ce l’hanno fatta, molte ragazze che hanno smesso di fare le modelle o sono andate in terapia o riabilitazione. Credo davvero che non assumere droghe mi abbia impedito di entrare in un buco oscuro in cui sono finite molte altre ragazze”.
Ma i dettagli sui famosi party continuano a venir fuori e alcuni sono davvero stupefacenti. Il New York Post, infatti, ha intervistato una organizzatrice, che ha lavorato a stretto contatto con Daddy dal 2004 al 2005. La donna ha rivelato che il rapper “teneva una bilancia in macchina per assicurarsi che nessuna delle ospiti pesasse più di 63 kg. Selezione all’ingresso con la pesata e c’era anche lui presente. Sempre sul peso se una ragazza era molto alta, c’era un po’ più di margine per avere l’ok. Naturalmente le ospiti dovevano essere giovani e sexy”.
Ecco perché gli avvocati di Puff Daddy sono passati al contrattacco. Marc Agnifilo e Teny Geragos, hanno presentato una mozione al giudice distrettuale Arun Subramanian per “contenere immediatamente le dichiarazioni extragiudiziali di potenziali testimoni e dei loro avvocati. La mancanza di restrizioni rischierebbe di interferire sostanzialmente con il diritto di Combs a un giusto processo”.