Ambiente & Veleni

Sicilia, i lavori per la ferrovia e l’allarme arsenico nell’acqua: i pm di Messina sequestrano le vasche con gli scarti degli scavi

Dopo le denunce per la presenza di arsenico e la cattiva gestione dei rifiuti, arriva il sequestro di una delle vasche di accumulo di materiale inerte dei lavori di scavo per il raddoppio ferroviario tra Messina e Catania, dove nelle scorse settimane era stato denunciato un valore di arsenico superiore alla norma. Il sequestro è stato chiesto e ottenuto dalla procura di Messina, guidata da Antonio D’Amato, per presunte irregolarità nella gestione di materiali inerti. Si tratta dei lavori di scavo della galleria Sciglio, a Nizza di Sicilia, nei Monti Peloritani, nel versante ionico del Messinese, fatti da un consorzio di imprese guidato da Webuild, la società che ha in appalto anche i lavori del Ponte sullo Stretto.

In queste zone è presente un’alta quantità di metalli, tra cui l’arsenico, per questo motivo il materiale raccolto dallo scavo andava dunque gestito secondo precise prescrizioni di legge. In queste vasche il valore dell’arsenico ha superato i limiti previsti, ma soprattutto, trattandosi di contenitori non coperti, nei giorni di pioggia di fine ottobre, il materiale accumulato si è disperso nel terreno, sciolto dall’acqua piovana. Questo era stato perlomeno l’allarme lanciato dal deputato di Sud Chiama Nord, Pippo Lombardo, che è anche primo cittadino di Roccalumera, paesino sulla costa ionica, limitrofo a Nizza di Sicilia dove sta avvenendo lo scavo. Dopo le denunce del deputato, tuttavia, dal consorzio di imprese erano arrivate le rassicurazioni: “Dagli esiti delle indagini il terreno oggetto delle analisi è stato classificato come rifiuto non pericoloso. L’indagine condotta su metalli aerodispersi nella galleria ha riscontrato valori inferiori ai limiti previsti per la salute dei lavoratori”, aveva spiegato Antonino Pulejo, presidente del consorzio di imprese che sta realizzando il raddoppio ferroviario.

Secondo riferisce la Procura il personale della polizia giudiziaria di Arpa Sicilia ha effettuato un sopralluogo il 23 ottobre 2024 dopo alcuni giorni di pioggia e ha riscontrato “il dilavamento di liquido da una vasca di accumulo che raccoglie le acque derivanti da un’area di deposito temporaneo di inerti, liquido gestito come rifiuto”. “Nello specifico – si legge nella nota del procuratore D’Amato – tale vasca raccoglie le acque provenienti dalle terre e rocce da scavo che il Consorzio definiva con valori di concentrazione di arsenico nei limiti delle normative vigenti. Constatando che la non corretta regimentazione delle acque aveva prodotto la tracimazione delle stesse in aree al di fuori dell’area del cantiere, veniva segnalata all’Autorità giudiziaria sia l’attività di recupero di rifiuti non pericolosi svolta difformemente alle prescrizioni imposte dal titolo autorizzatorio che l’immissione di rifiuti nelle acque superficiali/sotterranee”. Un sequestro che segue le denunce di Lombardo: “La nostra denuncia – ha detto Lombardo – non è mai stata volta a bloccare i lavori, ma esclusivamente a garantire la tutela del territorio e della salute dei cittadini, richiamando l’attenzione sulle gravi criticità ambientali rilevate”.