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Medio Oriente, il Qatar sospende la mediazione. E Hamas smentisce: “Cacciati da ufficio? Nessuna richiesta di lasciare Doha”

Prima la notizia, circolata su diversi media, della decisione del Qatar di chiudere l’ufficio di Hamas a Doha, con tanto di richiesta già fatta al gruppo islamico di lasciare il Paese. Poi la smentita di una stessa fonte di Hamas.

Il fronte diplomatico a Doha è caldo. Il Qatar, infatti, ha deciso di ritirarsi dalla mediazione per un cessate il fuoco a Gaza e secondo alcuni media israeliani, ha stabilito che l’ufficio di Hamas “non serve più a nessuno scopo”, chiarendo, come riporta l’emittente israeliana Kan Tv, che il gruppo palestinese non è più il benvenuto nel Paese. “I qatarini hanno informato sia gli israeliani che Hamas che finché ci sarà un rifiuto di negoziare un accordo in buona fede, non potranno continuare a mediare. Di conseguenza, l’ufficio politico di Hamas non serve più al suo scopo”, ha sottolineato una fonte diplomatica all’Afp. Per il Times of Israel, che cita alti funzionari dell’amministrazione Biden, la richiesta ad Hamas di lasciare l’ufficio a Doha era già stata fatta una decina di giorni fa, dopo pressioni degli Stessi Stati Uniti. Pressioni che però, un diplomatico ha smentito al quotidiano, sottolineando che la decisione è stata presa da sola dal Qatar.

Dopo la notizia del ritiro del Qatar come mediatore, è arrivata però la smentita di Hamas circa la richiesta di lasciare l’ufficio. “Non abbiamo nulla per confermare o smentire quanto affermato da una fonte diplomatica non identificata e non abbiamo ricevuto alcuna richiesta di lasciare il Qatar“, ha detto un funzionario di base a Doha, raggiunto per via telefonica da Afp.

Il Qatar ospita funzionari di Hamas a Doha dal 2012, a seguito di richieste delle successive amministrazioni statunitensi che ritenevano importante avere un canale di comunicazione con il gruppo terroristico. Dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre, gli Stati Uniti hanno fatto sapere al Qatar che non sarebbero stati in grado di mantenere “gli affari come al solito” con il gruppo palestinese, ma in un primo momento non hanno chiesto a Doha di chiudere l’ufficio di Hamas considerandolo comunque fondamentale per i negoziati sul cessate il fuoco e per un accordo sugli ostaggi. Tuttavia, sempre secondo il Times of Israel che cita un funzionario statunitense, dopo l’esecuzione da parte di Hamas, a fine agosto, dell’ostaggio americano-israeliano Hersh Goldberg-Polin e di altri cinque ostaggi, l’amministrazione Usa avrebbe cambiato approccio, ritenendo non più “accettabile” la permanenza del gruppo terroristico a Doha. “Dopo aver rifiutato le ripetute proposte di rilascio degli ostaggi, i suoi leader non dovrebbero più essere i benvenuti nelle capitali dei partner americani”, ha dichiarato al Times of Israel un secondo alto funzionario dell’amministrazione Usa, sottolineando appunto che circa due settimane fa gli Stati Uniti hanno chiesto al Qatar di cacciare Hamas e che Doha ha dato un preavviso al gruppo attorno al 28 ottobre.

Da parte sua, il Qatar, scrive ancora il quotidiano israeliano, “non ha ancora confermato di aver ordinato ai funzionari di Hamas di lasciare il Paese, ma i funzionari del Qatar hanno ripetutamente dichiarato al Times of Israel, nel corso dell’ultimo anno, di essere pronti a estromettere il gruppo terroristico e che lo avrebbero fatto se Washington avesse presentato una richiesta formale in tal senso”.

Dopo una giornata di indiscrezioni e smentite, il portavoce del ministro degli Esteri del Qatar ha confermato la sospensione della mediazione tra Israele e Hamas sul cessate il fuoco a Gaza. Il funzionario ha chiarito che il Qatar “riprenderà i suoi sforzi con i partner quando le parti dimostreranno la loro volontà e serietà nel porre fine ad una guerra brutale e alle sofferenze dei civili causate da condizioni umanitarie catastrofiche nella Striscia”.