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Regione Lazio, scontro totale per le poltrone tra Forza Italia e Fdi. E i meloniani minacciano: “Se non risolviamo, si va al voto”

Non c’è pace per il consiglio regionale del Lazio. Da mesi i lavori della Pisana sono bloccati e adesso Paolo Trancassini, segretario regionale di FdI, minaccia il ritorno alle urne. Tutto perché Forza Italia chiede qualche poltrona in più all’interno della maggioranza guidata da Francesco Rocca. Ma andiamo con ordine.

Il peso in consiglio – Lo strappo è partito il 24 luglio quando gli eletti di Forza Italia e di Noi Moderati non si erano presentati nel Consiglio regionale del Lazio, bloccandone di fatto i lavori. Qualche giorno dopo i due assessori in quota berlusconiana non si sono fatti vedere alla riunione di giunta. L’oggetto del contendere è stato esplicitato dal senatore Claudio Fazzone che, come riportato da RomaToday, ha chiesto una maggiore rappresentanza nella squadra di governo, dopo i cambi di composizione dei gruppi consiliari. Infatti nell’ultimo anno il partito di Arcore ha visto crescere il suo peso alla Pisana: da tre consiglieri è arrivato ad averne 7, grazie ad alcuni cambi di casacca realizzati ai danni del Movimento 5 stelle e delle Lega. Al contrario il partito di Matteo Salvini è sceso da tre eletti a uno. In giunta, però, Lega e Forza Italia sono rimaste con due assessori a testa. Ecco perché i berlusconiani protestano.

Cosa vuole Fi – L’obiettivo dei forzisti è la vicepresidenza della giunta, oppure la presidenza del consiglio. Due poltrone attualmente affidate a esponenti di FdI con Roberta Angelilli e Antonello Aurigemma. In alternativa Forza Italia gradirebbe anche ottenere qualche posto da assessore in più. In entrambi i casi, però, Fdi ha chiuso le porte. Prima di partire per un viaggio istituzionale per gli Stati Uniti, il presidente Rocca aveva preso tempo: “Se al mio ritorno la situazione non si sarà sbloccata, interverrò io”. Il governatore ha attraversato l’Oceano alla fine di ottobre ed è rientrato ormai da alcuni giorni, ma i toni tra Forza Italia e Fratelli d’Italia sono ancora più infuocati. Anche a causa del cosiddetto “caso Biordi”.

Il caso Biordi- Nel caos nella Pisana, una delibera proposta dall’assessore al Bilancio Giancarlo Righini ha destinato oltre 18 milioni di euro per interventi di messa in sicurezza e rigenerazione urbana in 49 comuni. Presentata il 22 ottobre senza preavviso, la delibera è stata annunciata su Facebook da Lorella Biordi, esponente della Lega e – come ha raccontato Repubblica – compagna di Righini. Tra i fondi assegnati, spiccano i 400mila euro destinati al rifacimento di quattro strade a Monte San Giovanni Campano, comune in provincia di Frosinone dove Biordi è stata consigliera fino al 2021. La vicenda ha sollevato critiche all’interno del centrodestra e portato il Pd, con Massimiliano Valeriani, a convocare la commissione Trasparenza: secondo i dem circa l’80% dei fondi stanziati è stato indirizzato a comuni guidati dal centrodestra. Audito in commissione, l’assessore Ringhini ha giurato sul suo “onore” di “non aver utilizzato risorse regionali a fini non istituzionali. Ci sono le certificazioni della Regione e di Arsial”. Nonostante tutto, però, il capogruppo del Pd Mario Ciarla ha chiesto al presidente Rocca di mettere alla porta l’esponente della sua giunta. Alcuni rumors suggeriscono come in effetti alla fine Righini possa essere la vittima da sacrificare per risolvere lo stallo. Non una rimozione dalla giunta, alla luce anche delle tante preferenze ottenute da Righini e della sua vicinanza ad Arianna Meloni. Ma un ridimensionamento con la perdita di una delle sue deleghe: improbabile la perdita del Bilancio, possibile invece che alla fine possa cedere l’Agricoltura e la Sovranità alimentare.

Il futuro della regione- Dalla stasi si potrebbe uscire anche in un altro modo: la sostituzione della vicepresidente della Giunta Angelilli con un esponente di Forza Italia, verosimilmente Giuseppe Cangemi. Ipotesi che non avrebbe portato a un cambio di equilibrio interno a FdI e avrebbe concesso agli azzurri di avere un risultato soddisfacente. Il partito di Giorgia Meloni, però, ha fatto muro: non intende modificare nulla dell’attuale assetto. Forza Italia ha dunque disertato la seduta di bilancio del 6 novembre, mentre il giorno dopo si è presentata in aula. Una seduta, quella del 7 novembre, durante la quale non si sono comunque fatti passi avanti nell’approvazione del documento economico finanziario regionale. Ecco perchè Trancassini, numero uno di Fdi nel Lazio, è passato alle maniere forti: “Se non si dovesse risolvere la situazione, si tornerà al voto”. “Non temiamo minacce. Siamo stati eletti per lavorare nell’interesse dei cittadini”, hanno replicato da Forza Italia, sottolineando che l’appoggio al presidente Rocca è motivato da “senso di responsabilità” e che la loro richiesta è “una questione di dignità e decoro istituzionale”.

Il Pd: “La crisi non c’è e se c’è non si vede” – Che fa nel frattempo il governatore? Butta acqua sul fuoco:”Mi sembra panna montata, è fisiologico che ci sia confronto all’interno di una coalizione. Andare in consiglio? Ma va tutto bene”. Una dichiarazione che spinge il dem Valeriani a usare l’ironia: “La crisi non c’è e se c’è, non si vede: questa è la teoria assurda del Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca. Sarebbe forse una battuta simpatica se la situazione non fosse drammaticamente grave. Ma come, a nemmeno un terzo di legislatura e dopo solo 20 mesi di avvio di questa esperienza di governo, la maggioranza è in frantumi e la crisi sarebbe solo panna montata? Avremmo voluto vedere una destra seria e autorevole in una regione come la nostra, importante per tutto il Paese che non merita davvero una deriva così misera con sotto potere, complotti e chiacchiericcio e fake news. Per favore, abbiate rispetto per questa istituzione e per i cittadini: se non siete capaci, lasciate stare”.