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Consigliere di Trump: ‘La Crimea è persa, Zelensky abbia una visione realistica della pace’. Wsj: ‘Missili Usa a Kiev prima che si insedi tycoon’

Mentre la Russia, dopo la rielezione di Donald Trump e i suoi annunci sulla fine della guerra in breve tempo, prosegue e intensifica la sua offensiva in Ucraina, spingendo sull’acceleratore per provare a conquistare più terreno possibile in vista di un eventuale negoziato, dagli Stati Uniti arrivano forti le posizioni dell’amministrazione uscente e di quella entrante.

Il consigliere di Donald Trump, Bryan Lanza, parlando alla Bbc ha sottolineato che la nuova amministrazione Usa si concentrerà sul raggiungimento della pace in Ucraina, invece di focalizzarsi sul ripristino dell’unità territoriale del Paese, dicendo che “la Crimea è persa”. Lanza ha anche detto che Trump si aspetta da Volodymyr Zelenskyuna visione realistica della pace, e se venisse al tavolo a dire che la pace ci sarebbe solo con la Crimea ci mostrerebbe di non essere serio”, perché, appunto è ormai “andata”. La riconquista della penisola, ha sottolineato il consigliere che lavora con Trump dal 2016, è un obiettivo irrealistico e soprattutto “non è un obiettivo degli Stati Uniti”. “Se questa è la sua priorità, riavere la Crimea e far combattere i soldati americani per riavere la Crimea, se la sbrighi da solo”, ha ammonito Lanza.

Una posizione che sembra essere opposta rispetto a quella dell’amministrazione americana uscente. Prima che il presidente eletto entri in carica, secondo una fonte dell’amministrazione Biden citata dal Wall Street Journal, il Pentagono invierà 500 missili intercettori in Ucraina per i sistemi di difesa aerea a medio raggio Nasams e Patriot. Secondo il giornale, gli Usa vorrebbero inviare le armi a Kiev prima che Trump arrivi ufficialmente alla Casa Bianca: i missili, quindi, dovrebbero arrivare presto in Ucraina e questo dovrebbe soddisfare la necessità delle forze armate di Zelensky di rafforzare la difesa entro la fine dell’anno.

Intanto però, nonostante Putin congratulandosi con Trump, si sia detto “pronto a parlare con lui” definendo “la sua iniziativa sull’Ucraina degna di attenzione”, secondo quanto riferito dallo Stato maggiore delle forze armate di Kiev, citato da Rbc-Ukraine, venerdì si sono verificati 171 scontri sul fronte ucraino, con gli attacchi più intensi segnalati nelle direzioni di Pokrovsk e Kurakhiv. È stato lo stesso capo di stato maggiore dell’esercito ucraino a confermare – negli scorsi giorni – che le sue forze stanno affrontando “una delle più potenti offensive russe” dall’inizio della guerra.

Dopo le parole di Putin su Trump, anche il viceministro degli Esteri russo, Sergei Riabkov, ha ribadito la posizione, assicurando che Mosca è pronta ad ascoltare le proposte di tycoon per porre fine al conflitto in Ucraina, ma ha avvertito che non esiste una “soluzione facile”, considerando la continua assistenza statunitense a Kiev e i sospetti che le promesse del tycoon non siano altro che retorica elettorale. “Se c’è qualche segnale da parte degli Stati Uniti di avere idee su come muoversi verso una soluzione, senza continuare a pompare il regime di Kiev con ogni tipo di assistenza per ottenere la sconfitta strategica di Mosca, allora faremo certamente del nostro meglio per analizzarlo e dare una risposta”, ha garantito Riabkov, ricordando che le comunicazioni con gli Stati Uniti, nonostante lo stato di gelo delle relazioni, sono tutt’altro che chiuse. Riabkov ha chiesto concretezza alla nuova amministrazione americana: ”Lo conosciamo per la sua precedente corsa al potere e crediamo che alcune delle sue promesse, in cui ha parlato di una rapida risoluzione della situazione in Ucraina, non siano altro che retorica”, ha detto su Trump. “È chiaro che non ci può essere una soluzione semplice a questo problema o ai problemi associati a ciò che sta accadendo in Ucraina e nei dintorni – ha ribadito il viceministro – L’amministrazione statunitense dovrebbe prendere molto sul serio questi segnali, sia quella uscente che quella futura. Non c’è opportunismo qui e i nostri interessi non dipendono da chi occupa lo Studio Ovale alla Casa Bianca”.

Intanto l’Alto rappresentante della politica estera Ue, Josep Borrell, ha incontrato a Kiev il ministro degli Esteri ucraino, Andrii Sybiha. Borrell ha detto che lo scopo della visita è “sottolineare il sostegno dell’Unione Europea all’Ucraina”, definendolo “assolutamente necessario affinché l’Ucraina possa continuare a difendersi dall’aggressione della Russia”. Borrell ha anche evidenziato la necessità di “maggiore sostegno militare, più capacità di addestramento, più denaro, forniture più rapide e anche il permesso di colpire obiettivi militari del nemico sul suo territorio. Non basta fermare le frecce, devi attaccare gli arcieri”. Il ministro Sybiha ha anche detto che il governo ucraino sta organizzando un incontro tra il presidente Volodymyr Zelensky e il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump.

Per quanto riguarda le notizie dal fronte, l’aviazione ucraina parla di trentadue droni russi sono abbattuti su 10 regioni ucraine, mentre 18 sono andati “persi”, probabilmente a causa di un blocco elettronico. Una persona è morta e 13 sono rimaste ferite dall’esplosione di un drone russo in una zona residenziale della città portuale di Odessa. Intanto almeno 531 persone, tra cui 77 bambini, sono state evacuate ieri dalle aree di prima linea nella regione di Donetsk, nell’Ucraina orientale: lo ha reso noto su Facebook il capo dell’amministrazione militare regionale, Vadym Filashkin, come riporta Ukrinform. “In un solo giorno i russi hanno bombardato sette volte le località popolate della regione di Donetsk”, si legge nel comunicato. L’esercito russo “ha concentrato circa 45.000 truppe” nella regione di Kursk e “sta cercando di aumentarne il numero”, ha reso noto su Telegram il comandante in capo delle forze armate di Kiev, Oleksandr Syrskyi.

Dall’altro fronte il ministero della Difesa di Mosca annuncia che l’esercito russo ha distrutto nelle ultime 24 ore le strutture energetiche che supportavano le operazioni delle forze armate ucraine e le infrastrutture degli aeroporti militari in 147 aree del Paese, aggiungendo di aver abbattuto anche 67 droni nemici, come riporta Ria Novosti. “L’aviazione operativo-tattica, i droni d’attacco, le truppe missilistiche e l’artiglieria dei gruppi di truppe delle Forze Armate della Federazione Russa hanno colpito le strutture energetiche che sostenevano le azioni dell’Aeronautica militare ucraina, l’infrastruttura dei campi d’aviazione militari, così come gruppi di soldati nemici e attrezzature militari in 147 aree”, ha dichiarato il ministero.

A inizio settimana, poco prima delle elezioni presidenziali Usa, il capo di stato maggiore dell’esercito ucraino, Oleksandr Syrsky ha affermato su Telegram che la situazione in prima linea “resta difficile” e che alcune aree “richiedono un costante rinnovo delle risorse delle unità ucraine”. Le forze di Kiev, ha aggiunto, stanno “frenando una delle più potenti offensive russe dall’inizio dell’invasione su vasta scala”. Nel frattempo continuano gli attacchi dei droni russi, mentre l’Ucraina si prepara a quello che potrebbe essere un inverno difficile, con le infrastrutture energetiche già duramente colpite.