Continuano gli attacchi israeliani verso il Libano e verso la striscia di Gaza. Almeno 20 persone sono state uccise in un raid contro una città sciita situata in una regione prevalentemente cristiana a nord di Beirut. A renderlo noto il ministero della Sanità libanese: l’attacco israeliano contro Aalmat, si legge in un comunicato, ha provocato 20 morti, tra cui tre bambini, e 6 feriti.

I media ufficiali libanesi hanno riferito anche di un altro attacco contro una casa nella principale città orientale di Baalbeck che non è stato preceduto da un ordine di evacuazione dell’esercito israeliano. “Aerei nemici hanno lanciato un attacco contro una casa nel quartiere di al-Laqees” della città, ha dichiarato l’agenzia di stampa nazionale statale

Anche a Gaza si sono verificati dei raid israeliani che hanno preso di mira due case nella Striscia. L’attacco ha causato la morte di 30 persone, tra cui 13 bambini. Il primo dei due attacchi ha colpito una casa famiglia a Jabalia, nel nord di Gaza, mentre il secondo, riferiscono i servizi di emergenza palestinesi, ha colpito una casa nel quartiere al-Sabra di Gaza City. Alcuni civili, specificano, sono ancora sotto le macerie.

Dall’inizio delle ostilità, riferisce su Telegram il ministero della Sanità di Hamas, il bilancio dei morti a Gaza è salito a quota 43.603 persone, di cui 51 uccise nelle ultime ore, mentre i feriti sono 102.929.

Intanto, mentre continuano gli attacchi, secondo quanto riferito dalla radio militare, il ministro per gli Affari strategici israeliano Ron Dermer ha visitato segretamente la Russia come parte degli sforzi di Israele per raggiungere un cessate il fuoco in Libano. Il ministro sabato sera è anche volato negli Stati Uniti per incontrare alti funzionari della Casa Bianca nel tentativo di raggiungere un cessate il fuoco in Libano, come riporta Ynet.

Ieri alcuni funzionari statunitensi hanno confermato che ci sono progressi nei colloqui per porre fine ai combattimenti tra Israele e Hezbollah: “Le possibilità di una soluzione in Libano stanno aumentando sotto la guida di Amos Hochstein, inviato del presidente Joe Biden, e con l’incoraggiamento del presidente eletto Donald Trump. C’è anche un grande sforzo per realizzare un piccolo accordo sugli ostaggi”, hanno detto. Diverse fonti americane stimano che Trump voglia vedere una soluzione in Libano ancor prima di insediarsi alla Casa Bianca il 20 gennaio.

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