“La separazione delle carriere non risolve il problema di cui oggi parla la maggioranza. Oggi la maggioranza politica lo rappresenta come un problema centrale perché afferma che il giudice sia in qualche modo succube del pubblico ministero e che quindi sia più propenso ad accogliere le sue istanze. Invece il rilevamento statistico che è stato fatto ha evidenziato che l’anno passato il 54,8% dei processi si sono conclusi con una assoluzione. È evidente che sta a significare che da parte del giudice non c’è alcuna intenzione di aderire a quelle istanze. Il giudice è già oggi indipendente”. Lo ha detto Federico Cafiero De Raho, deputato M5s ed ex magistrato, al Salone della Giustizia. “D’altro canto se si vogliono risolvere diversamente questi problemi basta pensare alle risorse che ci sono che sono poche e non consentono di affrontare in pieno il problema dei carichi di lavoro dei magistrati. La nostra Costituzione vuole riconoscere sia ai pubblici ministeri che ai giudici autonomia e indipendenza. Vuole che il controllo di legalità sia esercitato nei confronti di tutti, indifferentemente. Stiamo notando invece che ultimamente laddove i giudici emettono sentenze che non vengono condivise dal governo o da quella parte politica il giudice, per ciò stesso, ha un orientamento politico. Non si pensa invece che il giudice applica la legge ed è obbligato a farlo sempre”, ha aggiunto specificando che la separazione delle carriere rappresenta “un passo verso l’indebolimento dell’ordine giudiziario

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