Ambiente & Veleni

“Follia costruire una superstrada in area esondabile”: dopo le alluvioni è rivolta in Abruzzo sul progetto Anas per la Teramo-mare

“Alluvioni drammatiche, ma Anas insiste su una nuova strada da 170 milioni di euro in piena area di esondazione del fiume Tordino in Abruzzo. Fermiamo questa follia che mette a rischio l’incolumità pubblica”. La denuncia è del Forum dei movimenti per l’acqua e riguarda i rischi connessi alla realizzazione del quarto lotto della Teramo-Mare, una superstrada di sette chilometri tra Mosciano Sant’Angelo e Giulianova. “Dopo quanto successo in Emilia-Romagna e a Valencia, viene da chiedersi con quale faccia funzionari, amministratori e tecnici potranno presentarsi l’11 novembre per sostenere questo progetto, contravvenendo così a qualsiasi principio di base di cautela e prevenzione dei rischi“, denunciano le associazioni. La conferenza dei servizi che si occuperà della questione è prevista, infatti, lunedì prossimo. Dalla mappa ufficiale del progetto, depositata da Anas al comitato per la Via (Valutazione impatto ambientale) nazionale, si evince la sovrapposizione del nuovo tracciato stradale alle zone a rischio esondazione mappate dalla Regione. E già in passato il Tordino “ha danneggiato i lotti precedenti con piccole piene”, ricordano dal Forum. A questo scenario va sommato il climate change: “Nel 2024 è incredibile pianificare in aree a rischio. Senza considerare, poi, i cambiamenti climatici che esacerbano i fenomeni”, dice al fattoquotidiano.it Augusto De Sanctis, della Stazione ornitologica abruzzese onlus. Peraltro, aggiunge, i valori delle piene previste dai progettisti Anas sono stati calcolati su dati pluviometrici raccolti quattro anni fa, ormai non più rappresentativi dell’andamento delle precipitazioni, sempre più imprevedibili ed estreme. “Servirebbero nuove elaborazioni”, spiega.

Martedì ha fatto rumore anche il j’accuse di Piero Di Carlo, docente di fisica all’università D’Annunzio di Chieti-Pescara: “Continuare a progettare e realizzare opere con la visione di cinquant’anni fa, quando gli eventi meteo non erano così devastanti e frequenti, significa essere miopi, buttare al vento soldi pubblici, distruggere i territori e mettere a repentaglio la vita dei cittadini“, ha dichiarato all’Ansa. “Il riscaldamento globale e le conseguenze che ciò induce in termini di eventi meteorologici, sempre più severi e molto spesso più catastrofici delle previsioni, sono sotto gli occhi di tutti. È il momento di pianificare opere, interventi, città che tengano conto di ciò che stiamo vivendo e di ciò che ci aspetta per il futuro”, incalza. Già quest’estate contro il progetto si erano schierati il Wwf (“Anas deve tenere conto delle obiezioni di enti locali, associazioni, comitati e singoli cittadini, trovando un’alternativa che riduca l’impatto ambientale e il rischio per la sicurezza”) e, con un’interrogazione parlamentare, il deputato abruzzese di Azione Giulio Sottanelli: “L’opera è stata progettata in piena pianura alluvionale del fiume Tordino, nonostante le pregresse esperienze negative sui tratti esistenti a monte che han visto diversi crolli della sede stradale nei casi di piene. La sottovalutazione dei rischi accertati dagli studi condotti nella zona comporterà non solo futuri danni all’infrastruttura, ma anche all’incolumità pubblica e agli altri manufatti esistenti”, denunciava.

Nelle ultime ora è arrivata la risposta di Anas: “L’opera è compatibile dal punto di vista idrologico e idraulico con gli obiettivi del Piano stralcio difesa dalle alluvioni vigente della Regione Abruzzo. La localizzazione dell’intervento, infatti è stata definita e valutata, esaminando diverse possibili alternative di tracciato, nell’ambito di un’apposita Conferenza dei servizi sul progetto preliminare, ai cui esiti tutti gli enti territorialmente competenti si sono espressi favorevolmente. Inoltre è stato sviluppato uno specifico studio di compatibilità idraulica, nel quale sono state esaminate le interferenze che il corpo stradale di progetto ha con il fiume Tordino e i suoi affluenti. Tale studio è stato sviluppato sulla base delle Norme tecniche delle costruzioni 2018 e condiviso con l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale. Dall’analisi emerge che l’infrastruttura di progetto garantisce le condizioni di funzionalità dei corsi d’acqua attraversati, non ostacolando il normale deflusso delle acque e garantendo le adeguate norme di sicurezza. E non aumenta il rischio idraulico nell’area oggetto d’intervento, grazie alla presenza di tombini distribuiti uniformemente”.