Un cessate il fuoco sul fronte russo-ucraino sembra tutt’altro che vicino. Nella notte le difese aree russe, secondo quanto riportato dalla Tass, hanno abbattuto decine di droni ucraini che si dirigevano verso Mosca e verso l’omonima regione. Si tratta di uno dei più grandi attacchi di droni contro la capitale russa dall’inizio dell’offensiva, nel 2022. E mentre anche in Ucraina sono stati registrati diversi attacchi con droni, il New York Times rende noto che i russi “hanno ammassato 50mila soldati nella regione del Kursk, inclusi militari nordcoreani, che si preparano ad azioni offensive“. Secondo le fonti americane e ucraine citate dal quotidiano statunitense l’attacco sarebbe imminente, già “nei prossimi giorni” per tentare di riconquistare il territorio russo occupato da Kiev.
La controffensiva – Secondo la nuova valutazione di Washington, la Russia sta ammassando forze nel Kursk senza bisogno di ritirare soldati dall’est dell’Ucraina – la sua principale priorità sul campo di battaglia – permettendo a Mosca di premere ora su più fronti contemporaneamente. Le truppe russe hanno già recuperato parte del territorio conquistato dall’Ucraina nel Kursk. Secondo i funzionari americani, i russi stanno da tempo minacciando le posizioni ucraine con attacchi missilistici e fuoco di artiglieria, ma non hanno ancora iniziato l’assalto decisivo. Da Kiev affermano di aspettarsi nei prossimi giorni un attacco che coinvolga anche le truppe nordcoreane, visto che da giorni soldati di Mosca e Pyongyang si addestrano insieme per l’offensiva nel Kursk. I funzionari americani sono fiduciosi che le truppe ucraine difficilmente lasceranno le loro posizioni e che le forze russe e nordcoreane subiranno probabilmente pesanti perdite. Tuttavia, se la Russia dovesse guadagnare slancio, potrebbe non fermarsi al confine, ma tentare di respingere le forze ucraine ancora più lontano. Per i funzionari americani ancora non è chiaro se il governo nordcoreano autorizzerà le sue forze a condurre operazioni prolungate in Ucraina o se queste sono destinate solo alla controffensiva del Kursk. Alcuni ritengono che la Corea del Nord potrebbe ordinare alle sue truppe di fermarsi al confine senza entrare in Ucraina.
Droni su Mosca – In attesa della probabile controffensiva nel Kursk, continuano gli attacchi incrociati. Il ministero della Difesa russo, ha reso note che tra le 7 e le 10 del mattino (cioè tra le 5 e le 8 in Italia), sono stati abbattuti 70 droni ucraini, di cui 34 nella regione di Mosca. Altri 14 droni sono stati distrutti sulla regione di Bryansk, sette ciascuno sulle regioni di Orel e Kaluga, sei sul territorio della regione di Kursk e due su quello della regione di Tula. A causa degli attacchi l’aeroporto di Sheremetyevo, a nord-ovest di Mosca, ha sospeso i voli così come fatto, in precedenza, dagli aeroporti Domodedovo e Zhukovsky, nel sud-est della città, chiusi in via precauzionale. Lo scalo di Domodedovo è stato poi riaperto dopo alcune ore e tutte le restrizioni sugli arrivi e le partenze “sono state revocate”, scrive il servizio stampa dell’aeroporto in un comunicato.
Gli attacchi in Ucraina – Anche in Ucraina sono stati registrati diversi attacchi. Secondo quanto reso noto dall’Aeronautica militare di Kiev, le forze russe hanno lanciato 145 droni di vario tipo, inclusi i velivoli kamikaze Shahed di produzione iraniana. “Il nemico ha attaccato con un numero record di droni!”, si legge nel messaggio pubblicato su Telegram. In particolare gli attacchi hanno colpito la regione di Odessa che ha subito danni a edifici e proprietà private. Le difese aeree di Kiev hanno abbattuto 62 droni russi: altri 67 risultano dispersi in diverse regioni e altri 10 hanno lasciato lo spazio aereo ucraino in direzione di Moldavia, Bielorussia e Russia.
Peskov: “Trump su Kiev? Segnali positivi” – Nonostante gli attacchi stiano continuando, addirittura intensificandosi, l’elezione di Donald Trump sembra portare ad aperture da parte della Russia. La volontà del tycoon di arrivare a un accordo che porti alla pace in Ucraina, secondo quanto dichiarato dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov in un’intervista al programma ‘Mosca. Cremlino. Putin’, indica che “i segnali sono positivi”, scrive Interfax. Parlando al giornalista di Vgtrk Pavel Zarubin, riportato dalla Tass, Peskov ha aggiunto che Trump è meno prevedibile, in termini di mantenimento delle promesse fatte in campagna elettorale, rispetto a Biden o alla sua vice Harris. “Per quanto riguarda la signora Harris o il signor Biden, tutto è abbastanza prevedibile, intendo la linea che perseguiranno fino a quando non lasceranno la Casa Bianca – ha affermato Peskov -. Il signor Trump è meno prevedibile”. Mosca aspetterà per vedere come evolverà la situazione e nel frattempo “procederà con i propri affari”, ha concluso Peskov.
“Biden esorterà Trump a non abbandonare Kiev” – In tutto questo contesto il consigliere per la sicurezza nazionale americana Jake Sullivan ha detto a Cbs News che nel loro incontro mercoledì nello Studio Ovale, Joe Biden e il suo successore Donald Trump discuteranno delle “priorità principali” per la politica interna ed estera. Il presidente, ha spiegato, esorterà la futura amministrazione Trump a non abbandonare l’Ucraina, sostenendo che questo potrebbe causare maggiore instabilità in Europa.
Lo staff di Trump prende le distanze dalle frasi di Lanza – Intanto, dopo le parole di ieri di un collaboratore di Trump, Bryan Lanza, che ha parlato di una Crimea ormai “persa”, suggerendo a Zelensky di “avere un’idea più realistica della pace”, lo staff del tycoon ha preso le distanze dal collaboratore, uno stratega repubblicano di lunga data e collaboratore della campagna 2024. Un portavoce del transition team ha negato che Lanza parlasse per conto di Trump. “Bryan Lanza era un collaboratore della campagna elettorale ma non lavora per il presidente Trump e non parla a suo nome”, ha detto.
Tusk parla di cessate il fuoco – Dalla Polonia, intanto, è Donald Tusk a parlare di un cessate il fuoco. Il primo ministro polacco, parlando con la radio Polskie Radio, ha detto di aspettarsi “nel prossimo futuro” uno stop alle ostilità, sottolineando inoltre di aspettarsi dichiarazioni su quale confine sarà in vigore e sulle garanzie di sicurezza per l’Ucraina. “Si tratterà certamente di decisioni che comporteranno una minore ingerenza degli Stati Uniti negli affari ucraini”, ha affermato, aggiungendo che però “le decisioni sulla guerra in Ucraina non possono essere prese sopra le teste degli ucraini, ma neanche sopra le nostre”.