“Elon Musk? Fino all’altro ieri si definiva mezzo democratico, non per ragioni di cuore, ma per ragioni di soldi. Poi i democratici lo hanno preso a calci e lo hanno regalato a Donald Trump”. Così Marco Travaglio ad ‘Accordi&Disaccordi’, il talk politico condotto da Luca Sommi su Nove con la partecipazione di Andrea Scanzi a proposito del miliardario, grande sostenitore del neo eletto presidente degli Stati Uniti. “Musk ha finanziato molte campagne elettorali, anche di amici suoi repubblicani, ma ha sostenuto presidenti come Obama e persino Biden. – ha spiegato il giornalista – E prima, ha sostenuto Hilary Clinton, ha sempre gravitato, come tutta la Silicon Valley, soprattutto nel mondo democratico, anche se è sempre stato un po’ più centrista rispetto agli altri. Poi però hanno cominciato a prenderlo a calci. L’amministrazione Biden lo ha preso a calci per quattro anni, arrivando al punto di organizzare un vertice alla Casa Bianca sull’auto elettrica. Quando tu dici ‘auto elettriche’, a chi pensi? Pensi a Tesla ovviamente, cioè a chi fa le migliori auto elettriche occidentali. Invece l’hanno escluso e hanno invitato General Motors, che con tutto il rispetto, non mi pare che sia paragonabile a quello che ha fatto Musk con Tesla. Così, a furia di calci, l’hanno buttato nelle braccia di Trump, di cui Musk aveva detto peste e corna“.
Infatti, “A differenza dei democratici, Trump non ha la puzza sotto il naso, prende tutto quello che gli serve. E quindi se l’è immediatamente preso. Del resto il suo vice Vance l’aveva paragonato a qualcosa di simile a Hitler e lui se l’è preso come vicepresidente e adesso sarà il suo vice presidente. Perché? Perché ovviamente a lui interessa quelli che portano consenso“. Poi, se cambiano idea, “chissenefrega – ha proseguito Travaglio – . Gli altri invece hanno questa spocchia, per cui a un certo punto cominciano a prendere a prendere a calci Elon Musk, che era buonissimo finché stava coi democratici e adesso è diventato cattivissimo. Secondo me non è né buono né cattivo, è un genio e come tutti i geni, è un pazzo scatenato che fa delle cose sulle droghe, sulla gestazione per altri, eccetera, che vanno ai limiti, anzi oltre i limiti, che un repubblicano ovviamente si dà. Poi sarà interessante capire cosa ci trovi la Meloni in comune, ma è un altro discorso”, ha concluso il direttore del Fatto.