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“A Sanremo volevo auto-sabotarmi, ero caduto in depressione. Ho fatto terapia e mi sono laureato in design”: la rinascita di Riki

L'ex concorrente della sedicesima edizione di "Amici di Maria De Filippi" ha venduto più dischi del 2017, poi palazzetti dello sport pieni e il silenzio. Poi il recupero

Entrare nel mondo della musica non è facile. Lo sanno i tantissimi cantanti che sono transitati nei talent show. C’è chi mette a segno il colpo subito, chi non ce la fa. Il caso di Riki (vero nome Riccardo Marcuzzo) è emblematico. È stato uno dei protagonisti della sedicesima edizione di “Amici di Maria De Filippi“, poi il grande successo in classifica tanto che nel 2017 è stato l’artista che ha venduto più dischi, poi i palazzetti dello sport pieni e piano piano attorno a Riki è calato il silenzio, fino alla pandemia.

“Ho vissuto tre anni molto importanti dove però non ero padrone del mio destino, – ha detto a Il Corriere della Sera – infatti tante volte sfogavo la solitudine e la rabbia, la gabbia dorata in cui mi sentivo, nell’essere impulsivo. Così ho fatto un po’ di cavolate. Dovevo per forza seguire le logiche del mercato e a un certo punto mi sono incagliato“.

E poi ha spiegato: “Succede piano piano, non te ne rendi conto subito perché intanto le cose vanno velocissime e non puoi fare pause. Non voglio dare la colpa alle persone che avevo intorno perché veniva anche da me: era un sistema drogato e volevamo sempre di più”.

L’esperienza al Festival di Sanremo 2020, dove è finito all’ultimo posto, non era proprio partita col piede giusto: “Ero già in crisi. Io non avrei voluto farlo, ma ero talmente assuefatto che dicevo sì a tutto. In quel periodo volevo proprio autosabotarmi, quindi non c’erano i presupposti. Sul palco non stavo bene, ero asettico, non sentivo la tensione. Poi, due settimane dopo, è scoppiata la pande- mia e, nel male, quello mi ha costretto a fermarmi. Essendo stata una cosa graduale, ti accorgi dopo di essere caduto in depressione. Ora potrei dire di sì perché stavo proprio male. Faticavo a dormire, non avevo voglia di fare niente. Ero svogliato e apatico, non mi impressionava nulla, come fossi avulso e trasparente”.

La soluzione è stata fare altro: “Ho fatto terapia per un periodo e poi mi ha aiutato avere altre passioni. Sono laureato in design e durante la pandemia è stato un appiglio. Poi ci sono le persone che ti vogliono bene davvero, e quelle rimangono. Perché tutte le al- tre, invece, scompaiono: chi scriveva per convenienza, non ti scrive magicamente più”.

Oggi Riki è tornato alla musica, lo scorso ottobre ha pubblicato il nuovo singolo “Quanto sei bella”, che sarà contenuto nel prossimo disco – il quarto della sua carriera – dal titolo “Casabase”, in uscita nella primavera 2025. In tempo per Sanremo 2025? “Me la giocherei in un altro modo, più maturo e consapevole, più gentile e luminoso. Ma se non fosse, non importa. Si va pian piano”.