Calcio

Ruben Amorin sbarca a Manchester: l’eredità di Ferguson, il peso delle vecchie glorie, la necessità di tornare a contare

Lo sbarco di Ruben Amorim in Inghilterra, dopo tre ore di viaggio a bordo di un jet privato, è stato coperto lunedì dalla CNN portoghese con una lunga diretta. Il nuovo allenatore del Manchester United, 39 anni, si è congedato dallo Sporting Lisbona con l’undicesimo successo in undici partite, il 4-2 ottenuto domenica a Braga dopo una splendida rimonta, “reviravolta” come si dice a Lisbona e dintorni. Manchester lo ha accolto a braccia aperte, con un’insolita giornata di sole, ma anche con una fastidiosa formalità da rispettare: firmare le carte per ottenere il permesso di lavoro, uno dei tanti regalini della Brexit. Il primo atto del nuovo coach è stata la visita pastorale del centro sportivo di Carrington, dove Amorim si è presentato con il borsone e un sorriso extralarge. Ha stretto molte mani, dai dirigenti agli impiegati, fino agli addetti alle cucine.

Il nuovo guru dei Red Devils ha vissuto domenica una serata particolare: il 4-2 sul Braga, i cori dei tifosi, le feste e le dediche dei giocatori – tra questi l’ex Lecce Hjulmand, firma di un gol da applausi -, una lunga conferenza stampa, una coda di foto e selfie con tutti i giornalisti presenti, compreso qualche inviato d’Oltremanica. Amorim non avrà il problema della lingua a Manchester: come tutti i portoghesi, parla un ottimo inglese. Le vere questioni sono altre: l’impatto con un club sfiorito dall’addio di Alex Ferguson nel 2013 – tranne l’Europa League conquistata con Mourinho nel 2017 e due FA Cup, con Van Gaal nel 2016 e Ten Hag nel 2024 -; la competitività della Premier; un ambiente che ti porta in trionfo e poi ti volta le spalle alla velocità della luce; una stampa sicuramente meno benevola di quella lusitana; l’influente lobby dei grandi ex del periodo aureo legato a Sir Alex.

Amorim, che potrà contare su uno staff composto da cinque persone, ha alcune certezze prima di cominciare. Numero uno: il copione delle ultime due stagioni allo Sporting, in cui ha dominato in Portogallo e ha acceso le luci anche in Europa, con la batosta rifilata al Manchester City (4-1) la scorsa settimana. Numero due: difficile fare peggio di Ten Hag e di Solskjaer. Numero tre: l’addio definitivo di Ferguson ai Red Devils dopo il lungo incarico da ambasciatore e consigliere privilegiato. La figura del santone scozzese, 83 anni a dicembre, aleggiava sempre nelle questioni del club ed era il santino delle vedove, ex giocatori riconvertiti in opinionisti tv, su tutti l’ex terzino Gary Neville. Nella conferenza stampa dei saluti a Braga, il tecnico portoghese ha detto di essere pronto ad andare a cena con le glorie del passato: mano tesa, gesto diplomatico, ma sa benissimo che dovrà guardarsi le spalle. “Non sarà facile, non sono un ingenuo, ma non potevo perdere un’opportunità come questa”, le sue parole, tra una foto e un selfie.

Allontanato insieme al resto dello staff olandese anche Ruud Van Nistelrooy, che ha traghettato lo United con dieci punti in quattro gare dopo l’esonero di Ten Hag – l’ex Rio Ferdinand ha subito criticato questa mossa -, Amorim entrerà nel nuovo mondo in punta di piedi. Due giocatori portoghesi, il capitano Bruno Fernandes e l’ex milanista Diogo Dalot, saranno le sue guide preziose, ma in generale l’ambiente è pronto ad accoglierlo con gli squilli di tromba. Ci sono varie missioni da compiere: un Rashford da rigenerare dopo le incomprensioni con Ten Hag, l’ex bolognese Zirkzee da valutare – l’olandese secondo radio mercato potrebbe lasciare lo United a gennaio dopo appena sei mesi -, un Mason da recuperare, un Diallo da valutare. In generale, c’è da dare un volto preciso a una squadra in crisi di identità dopo l’illusione-Ten Hag, tredicesima in campionato. La classifica è però corta: la zona Champions è lontana appena quattro punti. Amorim ha due settimane “zoppe” di fronte: la pausa riservata alle nazionali ha svuotato Carrington. Il 24 novembre, contro l’Ipswich, si celebrerà l’esordio sulla panchina dei Red Devils: da quel momento fine delle sviolinate, conteranno solo i punti. Lo Sporting ripartirà invece dal quarantenne Joao Pereira, promosso dalla squadra B: ha firmato un contratto valido fino al 2027. Il nuovo coach dovrà dribblare i fantasmi del passato, regola eterna del calcio.