Calcio

Gary Lineker, la fine di un’era: la Bbc taglia il suo contratto. Impegnato e ingovernabile: così l’ex campione era diventato il migliore

L’addio a fine stagione di Gary Lineker alla conduzione di Match of the Day, la Domenica Sportiva in versione BBC, chiude un’epoca nella storia televisiva inglese: l’ex centravanti inglese governava il programma dal 1999 ed è uno dei rarissimi esempi di campione di alto livello che ha avuto successo nel post carriera, misurandosi con un’esperienza diversa. Lineker, il più pagato tra i presentatori della BBC, con uno stipendio da 1,63 milioni di euro a stagione, si occuperà ancora della FA Cup nell’annata 2025-2026 e si congederà definitivamente con il mondiale 2026, quando avrà quasi 66 anni. Potrà dedicarsi a tempo pieno a Goalhanger Podcasts, la società da lui fondata nel 2019: produce The Rest is Politics, The Rest is Entertainment, The Rest is History e The Rest is Football.

Un quarto di secolo in prima linea, padrone del “mezzo”, rispettato dall’ambiente, misurato, ironico e schierato politicamente: anti Brexiter dichiarato, Gary Winston Lineker è stata una delle voci critiche nella gestione dell’immigrazione da parte dei conservatori. Nel marzo 2023, fu sospeso dopo aver scritto su X che il linguaggio utilizzato dal governo Sunak per lanciare una politica sulle traversate con piccole imbarcazioni “non era dissimile da quello della Germania negli anni Trenta”. Diversi colleghi, a cominciare dall’altro ex bomber Alan Shearer, rifiutarono di sostituirlo. Fu reintegrato in tempi brevi, ma con i nuovi vertici della televisione pubblica britannica, in particolare il direttore dello sport, Alex Kay-Jelski, non c’è mai stata sintonia. Kay-Jelski vuole tagliare gli stipendi più pesanti e lanciare volti nuovi, possibilmente allineati con le linee guida dell’azienda. Lineker sarebbe stato disposto a prolungare la conduzione di Match of the Day, ma dalla BBC nessun segnale. Un silenzio eloquente.

L’ex centravanti dell’Inghilterra, 48 gol in 80 gare con la maglia del Tre Leoni, 569 presenze e 281 reti nei club (Leicester, Everton, Barcellona, Tottenham e Nagoya Grampus), è uno dei personaggi più influenti della Gran Bretagna. La notizia dell’addio al programma della BBC ha mosso torpedoni di giornalisti. Lo hanno atteso di fronte al cancello di casa, dove è spuntato di buon mattino con cappotto, sciarpa e cane al guinzaglio. Lineker ha confermato l’addio attraverso un comunicato di 21 parole di ringraziamenti, senza però spiegare le ragioni dell’addio, a fine stagione, a Match of the Day.

Lineker è una figura scomoda nell’universo della televisione pubblica britannica: per i costi del suo stipendio, per il suo seguito sui social (8.856.261 follower su X, 1,2 mln su Instagram), ma soprattutto per la sua ingovernabilità. Anche la famosa BBC, simbolo di giornalismo equilibrato ed indipendente, sta facendo i conti, come nel resto del mondo, con le interferenze della politica e dei padroni dei social. Lineker è stato sostenuto in questi anni dal pubblico più “illuminato”, ma è stato criticato dai Brexiters e dai conservatori più estremi. “Pensa solo al calcio, non occuparti di cose che ti competono”, “Ti piacciono gli stranieri? E allora ospitali a casa tua”: questi i messaggi ostili più frequenti, ai quali Lineker ha risposto continuando a esprimere il suo pensiero e accogliendo una famiglia di immigrati.

Impegnato, competente, ma anche ironico: nella trasmissione di apertura della stagione 2016-2017, l’ex bomber si presentò in mutande alla conduzione del programma per rispettare la promessa fatta in caso di trionfo in Premier del suo Leicester. Dopo aver espresso lo scetticismo sullo sbarco di Claudio Ranieri alla guida delle Foxes, con un emblematico “Ranieri?” su X, si scusò pubblicamente con l’allenatore romano. Lineker è diventato padrone del mezzo televisivo perché, prima di intraprendere l’avventura nel 1999, si mise a studiare, prendendo come esempi i migliori professionisti della BBC. Con il suo addio, si chiude davvero un’epoca. Largo alle nuove leve: in particolare a quelle che dicono sempre “sì, sissignore”. Tutto mondo è paese, anche la vecchia Inghilterra.