Speciale legge di bilancio

C’è una norma anti Renzi tra gli emendamenti alla manovra: tetto sui compensi ricevuti da Stati esteri per ministri e parlamentari

Qualcuno l’ha già ribattezzata “norma anti-Renzi“. Tecnicamente, invece, è un provvedimento “su conflitti d’interesse e onorificenze”. Prevede di bloccare la possibilità per ministri, parlamentari, presidenti di Regione di percepire compensi di oltre 50mila euro da Stati esteri. Una normativa analoga a quella già proposta nel 2023 dal leader del M5s Giuseppe Conte e da quello […]

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Qualcuno l’ha già ribattezzata “norma anti-Renzi“. Tecnicamente, invece, è un provvedimento “su conflitti d’interesse e onorificenze”. Prevede di bloccare la possibilità per ministri, parlamentari, presidenti di Regione di percepire compensi di oltre 50mila euro da Stati esteri. Una normativa analoga a quella già proposta nel 2023 dal leader del M5s Giuseppe Conte e da quello di Azione, Carlo Calenda. Questa volta, però, è firmata da Alice Buonguerrieri, deputata di Fratelli d’Italia.

Il provvedimento è contenuto tra gli emendamenti alla manovra: membri del governo, parlamentari, presidenti di Regione ed europarlamentari italiani non potranno dunque più ricevere maxi compensi derivanti da attività svolte per soggetti con sede legale all’estero. Il divieto, si precisa nella proposta, “non si applica alle attività svolte nell’esercizio dei propri compiti istituzionali”. Ovvio che la norma abbia subito fatto pensare a Renzi. Negli ultimi anni il leader di Italia viva ha ottenuto ricavi per centinaia di migliaia di euro grazie a conferenze tenute all’estero. Cifre che l’hanno portato a dichiarare redditi per più di 3,2 milioni nel 2022, grazie anche ai fondi incassati dall’Arabia Saudita per il principe Mohammad Bin Salman.

I giudizi positivi espressi da Renzi per il regime musulmano avevano provocato roventi polemiche in passato. Pure la stessa Meloni aveva contestato le parole usate dal leader d’Italia viva. Ecco perché nella maggioranza sostiene che questa misura potrebbe non dispiacere a Palazzo Chigi. L’ex segretario del Pd non commenta la norma, mentre fonti di Italia Viva mostrano noncuranza rispetto all’iniziativa. “Facciano pure – è quanto trapela dall’entourage di Renzi – Siamo sempre stati dubbiosi sull’efficacia di chi vuole fare leggi ad personam. O presunte tali. Ma per noi nessun problema: non proporremo nessuna modifica a questo testo. Se pensano che sia legittimo e costituzionale, facciano pure”. Se sarà approvata dal prossimo anno i politici e gli europarlamentari italiani saranno, tra l’altro, tenuti a inserire all’interno della dichiarazione sullo stato patrimoniale anche “le eventuali onorificenze loro concesse da Stati esteri”.