Zonaeuro

Commissione Ue, la maggioranza Ursula terrorizzata dai tradimenti interni: rinviati tutti i voti sui vicepresidenti, non era mai successo

Accuse, vendette e imboscate. La maggioranza Ursula teme più di tutti le coltellate alle spalle di quelli che, sulla carta, sono gli alleati che la compongono. E dopo oltre una settimana di audizioni per confermare o bocciare i singoli commissari della nuova squadra von der Leyen, questa paura si è manifestata palese, senza filtri, nel giorno delle audizioni dei vicepresidenti esecutivi. Raffaele Fitto è l’innesco che ha fatto detonare il gruppo di partiti a sostegno della presidente tedesca e che ha travolto soprattutto i Socialisti, terrorizzati dalle possibili imboscate contro la candidata spagnola all’Ambiente, Teresa Ribera, alla quale i Patrioti e anche il Ppe, mossi dal Partido Popular, potrebbero decidere di fare lo sgambetto. Per questo, dopo 12 ore di proposte, indiscrezioni circolate in maniera informale e ripensamenti, si è arrivati alla decisione di rinviare a data da destinarsi tutti gli evaluation meetings, ossia gli incontri tra i coordinatori dei partiti nei quali si vota il via libera o meno al singolo candidato. Una decisione che non ha precedenti nella storia dell’Unione europea.

A far paura, tra i partiti che sostengono la candidata, sono i veti incrociati. Fino a oggi le audizioni sono andate avanti senza particolari intoppi. Il clima, confermato a Ilfattoquotidiano.it da fonti parlamentari a Bruxelles, è quello di evitare inutili conflitti. Unica eccezione quella che riguarda il commissario designato Olivér Várhelyi, non a caso membro di un partito, Fidesz di Viktor Orbán, fuori dalla maggioranza Ursula, che è stato rimandato a mercoledì con la presentazione di altre risposte scritte. Ma fino a oggi le partite riguardavano solo i ‘pesci piccoli’. Nel giorno dei vicepresidenti esecutivi il clima è cambiato, si è surriscaldato: partiti e principali Stati membri sanno che in queste ore si giocano la loro influenza all’interno della prossima commissione. E nonostante le dichiarazioni di non belligeranza, non è un mistero che tra i Socialisti, i Liberali e i Verdi, ai quali si aggiungono anche i membri di The Left, la candidatura di Fitto alla vicepresidenza esecutiva rimane difficile da approvare e da digerire. Ma dai Popolari, la più grande famiglia politica europea, l’avvertimento è arrivato senza mezzi termini: se salta Fitto, noi facciamo saltare Teresa Ribera, fedelissima del capo del governo spagnolo Pedro Sanchez. E da quanto appreso da Ilfattoquotidiano.it, anche in caso di via libera sul candidato italiano, l’imboscata da destra contro Ribera non era da escludere, proprio su pressione delle opposizioni spagnole.

Così, per la prima volta nella storia dell’Ue, si è deciso di stravolgere l’agenda. Di solito, al termine di ogni slot di audizioni (quella di Fitto si è protratta dalle 9 alle 12) la commissione stessa si riunisce e delibera: per l’approvazione della candidatura servono i due terzi dei membri a favore. In questo modo, però, mettere al sicuro la nomina di Fitto in mattinata avrebbe lasciato i Socialisti senza armi di ricatto per proteggere Ribera, in programma invece dalle 18.30 alle 21. Così si è deciso, col voto contrario di alcune opposizioni tra cui The Left, rappresentata dalla coordinatrice del Movimento 5 Stelle Valentina Palmisano, di spostare le decisioni su tutti i sei vicepresidenti, oltre ai già citati Fitto e Ribera ci sono anche Kaja Kallas, Roxana Minzatu, Stephane Sejourné e Henna Virkkunen, in contemporanea e a data da destinarsi: “C’è una partita invisibile che non si svolge davanti alle telecamere, che non è sotto i riflettori come è stata l’audizione di oggi, ma che si gioca nelle stanze più segrete – ha denunciato la pentastellata – Ad ogni modo noi non facciamo parte di questo tipo di giochetti, non facciamo parte di questi meccanismi e ci saremo tranquillamente opposti a questa perdita di tempo. Oggi si sarebbe potuta chiudere la partita, non è stato così e quindi ne prendiamo atto”. Ciò di cui si può prendere atto è soprattutto il clima di sfiducia che si respira dentro alla maggioranza europea: tutti uniti contro gli estremismi, ma pronti a tradirsi a vicenda per avere maggiore peso politico all’interno della nuova commissione von der Leyen.

X: @GianniRosini