È stata un’audizione che si preannunciava spinosa quella del commissario Ue designato Raffaele Fitto di fronte alla commissione per gli Affari Regionali dell’Eurocamera. Nelle tre ore circa di colloquio col ministro italiano che aspira a un posto nella nuova squadra di Ursula von der Leyen si è passati da domande scomode, chiarimenti sul suo passato […]
È stata un’audizione che si preannunciava spinosa quella del commissario Ue designato Raffaele Fitto di fronte alla commissione per gli Affari Regionali dell’Eurocamera. Nelle tre ore circa di colloquio col ministro italiano che aspira a un posto nella nuova squadra di Ursula von der Leyen si è passati da domande scomode, chiarimenti sul suo passato e pure una presentazione in un inglese stentato. Ma nel complesso l’uomo di Giorgia Meloni al Berlaymont è riuscito a destreggiarsi, giocandosi la carta della sua incrollabile ‘fede’ democristiana, prendendo quindi le distanze da chi lo ha accusato di fascismo, e facendo anche mea culpa per alcune posizioni assunte durante i suoi circa dieci anni tra i Palazzi di Bruxelles.
Quella che lo riguarda, lo si sapeva già, sarà una conferma complicata per i malumori di diverse famiglie europee sulla decisione di affidargli una delle vicepresidenze esecutive. Ma alla fine, se si fa eccezione per la coordinatrice di The Left, la pentastellata Valentina Palmisano, e il collega dei Verdi, di domande particolarmente insidiose non ne sono arrivate, in nome della non belligeranza all’interno della nuova maggioranza Ursula.
Il gruppo dei Verdi/Ale ha manifestato la propria contrarietà per la mancanza di impegno di Fitto nei confronti del Green Deal e il rifiuto del politico di Maglie di riconoscere i suoi voti passati: “Fitto ha dimostrato più volte, attraverso la sua affiliazione politica di estrema destra, di non sostenere questi valori e di non avere a cuore gli interessi dell’Unione europea e dei suoi cittadini – ha detto Bas Eickhout, copresidente dei Verdi/Ale – Ciò lo rende inadatto a rappresentare la Commissione”.
Fitto: “Il focus sarà sulle autonomie locali”. “Abbiamo bisogno di una politica di coesione basata su tre punti – ha spiegato il candidato vicepresidente -: riallacciare il rapporto con le autonomie locali con scelte che guardino i singoli territori. Poi avere una governance multilivello e il partenariato. Infine la politica di coesione deve rispondere alle nuove sfide come quella climatica, digitale e demografica“. La politica di coesione della prossima Commissione sarà “focalizzata” sulle “isole, sulle regioni remote e sulle aree rurali“, oltre che sulle aree urbane, ovvero i punti contenuti dell’accordo raggiuto dal gruppo European Free Alliance con von del Leyen.
“Per quel che riguarda il Pnrr se sarò confermato vicepresidente esecutivo lavorerò assieme al Commissario per l’economia per consentire agli stati membri di realizzare le riforme e gli investimenti previsti entro il 2026″, ha detto Fitto riferendosi a Valdis Dombrovskis, al quale Ursula von der Leyen ha affidato il portafoglio degli Affari economici. “La semplificazione sarà un tema centrale, collaborerò con il nuovo commissario alla semplificazione, la delega alla semplificazione assegnata a Dombrovskis può rappresentare una grande novità e un tema importante soprattutto per la politica coesione”, ha concluso Fitto.
Dopo il discorso di auto-presentazione, Fitto ha risposto alle domande dei membri della commissione. I voti di astensione di Fratelli d’Italia nel Parlamento Europeo su Next Generation Eu nel 2020 e 2021 riflettevano “una posizione di attesa”, ma “dopo l’esperienza fatta da ministro degli Affari Europei” con delega al Pnrr, “se dovessi votare domani mattina, quell’astensione sarebbe un voto favorevole“, ha detto il candidato commissario rispondendo a una domanda diPalmisano.
“Usare i fondi di coesione per Difesa e armi? Non lo farò, è vietato”. In riferimento a un articolo pubblicato dal Financial Times secondo cui la Commissione vorrebbe dirottare parte dei fondi coesione in investimenti in armi e difesa l’esponente dei 5 stelle ha poi domandato: “Garantisce che non userà fondi di coesione per Difesa e armi?”. “L’acquisto di armi con i fondi coesione è vietato, quindi non commento”, ha replicato Fitto. “Come può l’autonomia differenziata sposarsi con la gestione di fondi coesione?”, è stata la seconda domanda di Palmisano. “Colgo una contraddizione – ha replicato il candidato italiano – Discutiamo della necessità di rafforzare il ruolo delle autonomie e qui si critica l’autonomia approvata dal nostro Paese. Non capisco come l’autonomia, che dà loro più poteri, possa danneggiare le regioni”
Paz: “Lei connivente con il neofascismo”. Durissimo l’intervento della deputata Ana Miranda Paz (Verdi/Alleanza libera europea): “Lei ha una traiettoria di connivenza con il neofascismo” e “ha cento indagini sulla gestione dei fondi europei“, ha detto l’esponente del Bloque Nacionalista Gallego (partito nazionalista galiziano di sinistra) accusando Fitto di venire dalla “estrema destra ripulita”, nonché di essere un “simbolo” del “riciclaggio” della stessa. “La ringrazio per il suo intervento costruttivo – ha replicato ironicamente Fitto – Non so a quali indagini lei si riferisca”. E sulle accuse di fascismo aveva già risposto nel corso della sua presentazione rivendicando il suo passato da democristiano.