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Fratelli d’Italia cambia di nuovo idea sulla commissione von der Leyen, Fidanza: “Voteremo sì perché nomineranno Fitto”

Fratelli d’Italia vede la nomina di Raffaele Fitto a nuovo commissario europeo ormai all’orizzonte. Nei prossimi giorni le commissioni parlamentari andranno al voto che, negli auspici della nuova maggioranza Ursula, dovrebbe confermare tutti i sei vicepresidenti esecutivi, tra cui il politico di Maglie. Tanto basta a FdI per compiere l’ultima, definitiva giravolta sulla nuova commissione von der Leyen: “Sul voto alla nuova Commissione Ue, esattamente come fu cinque anni fa, le diverse delegazioni nazionali del gruppo Ecr valuteranno autonomamente come esprimersi. La delegazione di Fratelli d’Italia sarà favorevole“, ha annunciato il capodelegazione a Bruxelles Carlo Fidanza.

Un bel cambiamento rispetto all’estate scorsa, quando nella prima riunione dei capi di Stato e di governo la presidente del Consiglio italiano uscì scura in volto dopo un confronto molto teso nel quale decise di astenersi sul sostegno alla nuova presidente della Commissione e votare contro la nomina dell’Alto rappresentante per la Politica Estera Kaja Kallas e del presidente del Consiglio Ue Antonio Costa. “Sarebbe vergognoso se ce la facessero pagare, escludo sia così. Io non ho una doppia faccia, aveva dichiarato la premier. In quel momento sembrava che l’isolamento italiano fosse inevitabile, diversi paesi, con la Francia in testa, chiedevano una punizione esemplare per il governo di Roma che, però, è riuscito a rimanere troppo utile alla capa di Palazzo Berlaymont per accontentare tutte le famiglie politiche sulle nomine da spartirsi.

“Non abbiamo una doppia faccia” fu la motivazione di fine giugno. Il mese successivo, dopo il voto contrario di Fratelli d’Italia in Parlamento Ue alla riconferma di von der Leyen, la leader di FdI spiegò in un video le motivazioni della scelta: “Fratelli d’Italia ha deciso di non votare per la riconferma di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea. Siamo rimasti coerenti con la posizione espressa nel Consiglio europeo di non condivisione del metodo e del merito”.

Questa coerenza, però, non si ritrova oggi. Certo, il suo partito è riuscito a tirarsi fuori dalla palude nella quale si era ficcato con l’opposizione alla politica tedesca riuscendo addirittura a strappare una vicepresidenza esecutiva per Fitto, ma “metodo e merito”, ciò che l’aveva portata a opporsi alla nuova commissione, sono rimasti gli stessi. Però con un Fitto in più. Se in Consiglio e in Parlamento si trattava di coerenza, mettendo a rischio un incarico importante, oggi, con la nomina di Fitto in tasca, evidentemente si possono fare concessioni all’immagine. Lo spiega chiaramente Fidanza: “Il voto di FdI sarà favorevole per l’ovvia e naturale ragione che il commissario italiano è espressione del nostro partito”.

Con le nomine dei vicepresidenti che, comunque, rimangono ancora in bilico, in attesa della decisione delle commissioni competenti che li hanno sentiti in audizione, la presidente del Consiglio trova il modo di attaccare nuovamente il Partito Democratico proprio sulla questione degli incarichi europei. Una nuova puntata di quanto accaduto a metà ottobre nel corso delle comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo, quando la premier accusò il Pd di tramare contro Fitto e disse che li avrebbe ritenuti responsabili in caso di voto contrario da parte del loro gruppo. Voto contrario che difficilmente arriverà, stando alla sicurezza di Fidanza e alle dichiarazioni di due Dem a Bruxelles come Nardella e Topo che hanno definito “buona” l’audizione del politico di Maglie. Ma sono bastate le parole di un altro europarlamentare, Brando Benifei, a scatenare la reazione di Meloni. “Fitto oggi ha fatto un’audizione discreta, rispetto ad altri commissari non ha fatto scivoloni, al massimo è stato un po’ reticente ma ciò non sorprende. Rimane però un grande problema politico, non può fare il vicepresidente esecutivo della Commissione europea”, ha detto il Dem. “I miei complimenti a Raffaele Fitto, commissario italiano designato per la prossima Commissione europea, per la competenza che ancora una volta ha dimostrato nell’audizione di stamattina al Parlamento europeo. Una competenza che, nel merito, gli è valsa l’apprezzamento di moltissimi presenti di diverse famiglie politiche. Anche alcuni esponenti della sinistra italiana lo hanno riconosciuto e li ringrazio per questo. Ma per questo trovo inconcepibile che alcuni esponenti del Pd chiedano adesso di togliere al commissario italiano designato la vicepresidenza esecutiva della Commissione europea”. E sfrutta l’occasione per tirare di nuovo in ballo la segretaria Elly Schlein: “Vorrei sapere dalla segretaria del Pd se questa è la sua posizione ufficiale. Sottrarre all’Italia una posizione apicale per impedirle di avere una maggiore influenza anche su settori chiave come agricoltura, pesca, turismo, trasporti e infrastrutture strategiche. Possibile che preferisca mettere il proprio partito davanti all’interesse collettivo?”.

X: @GianniRosini