L’aeroporto internazionale di Haiti a Port-au-Prince è stato temporaneamente lunedì notte dopo che un aereo della compagnia di linea statunitense Spirit Airlines è stato bersagliato da diverse raffiche di spari mentre era in fase di atterraggio. Un assistente di volo è stato lievemente ferito, il volo è stato deviato e ha effettuato l’atterraggio nella Repubblica Dominicana. Foto e video ottenuti dall’Associated Press mostrano fori di proiettile sparsi all’interno dell’abitacolo.

La nuova ondata di violenza è scoppiata proprio mentre l’uomo d’affari Alix Didier Fils-Aimé prestava giuramento come nuovo primo ministro di Haiti. L’insediamento, voluto dal Consiglio presidenziale di transizione è stata criticata da alcuni leader haitiani, compreso il suo predecessore, Garry Conille, che ha definito la sua nomina “illegale”. In altre parti della capitale haitiana sono scoppiati scontri a fuoco tra le gang che controllano parte del Paese e la polizia.

Le bande hanno seminato il panico per le strade della capitale e appiccato il fuoco in alcuni quartieri residenziali di Port-au-Prince. Le autorità hanno chiuso le scuole. L’ambasciata degli Stati Uniti ad Haiti ha parlato di “tentativi da parte di bande armate di bloccare i viaggi da e verso Port-au-Prince, attraverso l’interruzione di strade, porti e aeroporti”.

Il Paese versa in una situazione di caos politico da mesi, gli omicidi sono diventati materia quotidiana. Le Nazioni Unite stimano che le gang haitiane controllino ormai l’85% della capitale Port-au-Prince, sfruttando il vuoto politico di leadership dopo l’uccisione del presidente Jovenel Moïse nel 2021. Ad aprile scorso è stato istituito un consiglio di transizione, con l’obiettivo di nominare il prossimo primo ministro dello Stato caraibico. Il Consiglio avrebbe dovuto aprire la strada a elezioni democratiche, ma è stato paralizzato dal lotte politiche intestine ed è stato a lungo in contrasto con il premier ad interim Garry Conille, nominato sei mesi fa.

Nel Paese è attiva una missione di peacekeeping sostenuta dalle Nazioni Unite e guidata dalla polizia keniota per sedare la violenza, in supporto delle malmesse forze di sicurezza haitiane.

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