La novità non è l’ennesima foto inopportuna o insultante, ma il fatto che l’accusa di genocidio non faccia più paura ai soldati dell’esercito israeliano, almeno sui social. La settimana scorsa l’organizzazione israeliana che difende i diritti dei palestinesi Mistaclim – Looking occupation in the eye ha pubblicato una serie di foto che ritraggono soldati dell’Idf […]
La novità non è l’ennesima foto inopportuna o insultante, ma il fatto che l’accusa di genocidio non faccia più paura ai soldati dell’esercito israeliano, almeno sui social. La settimana scorsa l’organizzazione israeliana che difende i diritti dei palestinesi Mistaclim – Looking occupation in the eye ha pubblicato una serie di foto che ritraggono soldati dell’Idf posare sorridenti davanti alle rovine di una moschea a Gaza.
Le immagini, non le prime circolate dall’inizio della guerra a documentare lo scherno di alcuni membri delle forze israeliane rispetto alla popolazione di Gaza, hanno suscitato un’ondata di sdegno e denunce sui social della galassia pro-Palestina.
IDF soldiers time and again destroy and vandalize mosques in the Gaza Strip and proudly take pictures of themselves among the ruins.
This is not what a defensive war for security looks like, but how an anti religion war looks like. pic.twitter.com/hsmyJ239rE— מסתכלים לכיבוש בעיניים (@Mistaclim) November 4, 2024
Una delle soldatesse ritratta nelle foto ha risposto al post di Mistaclim con una sua foto, scrivendo “Potreste usare questa quando mi accusate di crimini di guerra? Sono più carina”. Poi ha articolato meglio la sua difesa, scrivendo in un altro post: “Non chiedetemi cosa avrei fatto se in quella foto ci fosse stata una sinagoga [distrutta], perché la quantità di armi e tunnel trovati lì sotto non sono comparabili a nessuna sinagoga”.
מסתבר שאני מפורסמת כי אין דבר כזה פרסום שלילי נכון ?
מזהירה מראש למי שיגיב משהו שמאלני –
1. יובל זאושניצר חברה ועוקבת @yuvalzaushnicar
2. כמויות האמלח, המנהרות והמחבלים שיצאו מהמסגד הזה לא משתווים לבית כנסת אז מראש לא לשאול אותי – ״אם זה היה הפוך״ https://t.co/16gdkF6flv— נגה בלי ו׳ (@nogaphsh) November 3, 2024
Nei quattordici mesi trascorsi dall’inizio della guerra lanciata da Israele a Gaza in risposta al massacro del 7 ottobre 2023 perpetrato da Hamas, sui social sono comparsi numerosi video e foto che documentano abusi contro i palestinesi da parte dei soldati. Molto spesso, pubblicati dai soldati stessi, che si sono immortalati mentre saccheggiavano le case a Gaza, indossando vestiti di donne palestinesi o scherzando sulle condizioni delle famiglie che abitavano qui luoghi. Hanno ripreso momenti in cui entravano nelle moschee, picchiavano e umiliavano i detenuti.
Il network del Qatar Al Jazeera ha prodotto un documentario di 90 minuti su questo fenomeno, realizzato quasi integralmente con filmati estratti dagli account social personali dei soldati israeliani (postati su Instagram, Facebook, TikTok e YouTube).
Haaretz, il quotidiano israeliano di sinistra che ha pubblicato l’articolo di denuncia, nelle ultime settimane ha pubblicato editoriali molto duri contro l’operazione militare israeliana a Gaza, in cui si parla apertamente di pulizia etnica nel nord della Striscia. Martedì, un editorialista di Haaretz ha scritto un articolo che spiega perché la guerra israeliana presenta alcune caratteristiche per essere definita come una forma di genocidio: Forse Israele sta commettendo un genocidio a Gaza, dopo tutto? si intitola il testo firmato “B. Michael”. Lo svolgimento è meno ipotetico del titolo.