Sono passati quasi undici anni dal tragico incidente sugli sci, avvenuto sulle Alpi francesi, di cui è stato vittima Michael Schumacher. Soltanto in pochissime occasioni i membri della sua famiglia hanno parlato di ciò che è successo al mitico ex pilota della Ferrari, imponendo regole molto strette per far sì che non trapelasse mai nulla riguardo allo stato di salute dell’uomo.
Un po’ a sorpresa, il figlio Mick ha rilasciato di recente un’intervista allo scrittore britannico Matt Whyman, pubblicata all’interno del suo libro intitolato Inside Mercedes F1: Life In The Fast Lane. Qui, il 25enne tedesco ha raccontato per la prima volta cosa abbia significato per lui crescere con un padre del genere, e anche in che modo la sua vita è cambiata dopo il terribile incidente: “Ero un ragazzino pazzo: tutto quello che faceva mio padre, lo facevo anch’io. Ho iniziato a correre con i kart a tre anni. A sei ho fatto immersioni subacquee per la prima volta. A dieci anni ho fatto paracadutismo. Mio padre è sempre stato molto aperto a farmi provare qualsiasi cosa volessi fare e le corse erano tutto ciò che volevo fare, quella che mi piaceva di più. È stato davvero di supporto e molto divertente, ma poteva anche essere impegnativo. Una volta in una gara di kart ho frenato molto tardi in entrata in curva e ho guadagnato un sacco di tempo. Quando gliel’ho detto mi ha risposto: ‘Sì, ma avresti dovuto frenare così in ogni curva!'” ha svelato Mick riguardo all’infanzia trascorsa con il padre Michael.
“Ogni volta che sentiva che non la prendevo sul serio, diceva: ‘Mick, preferiresti andare a giocare a calcio con i tuoi amici? Se è così, non dobbiamo per forza fare tutto questo’. Ho insistito dicendo che volevo correre e lui ha detto: ‘Ok, allora facciamolo come si deve’. Così abbiamo iniziato a correre di più sui kart a livello europeo e stavo migliorando” ha aggiunto il figlio dell’ex pilota prima di parlare dell’incidente che ha cambiato la vita di tutta la famiglia Schumacher: “L’anno successivo ho iniziato a gareggiare nelle categorie Formula: da quel momento in poi ho dovuto fare tutto da solo. Però ho sicuramente imparato molti aspetti tecnici da lui che uso ancora oggi, così come dal suo allenamento. E, come lui, sono sempre stato molto resiliente. Ogni volta che mi facevo male mi rialzavo subito, e sono ancora così in effetti”, ha concluso il giovane Mick.