Politica

Musk attacca i giudici italiani sull’Albania: “Devono andarsene”. Salvini applaude: “Visto dall’estero è tutto ancora più incredibile”

These judges need to go“, questi giudici devono andarsene. E’ il tweet che Elon Musk dedica ai magistrati della sezione immigrazione del tribunale di Roma che ieri hanno liberato anche gli ultimi sette migranti trattenuti in Albania , già trasferiti in Italia la notte scorsa a bordo dalla nave Visalli della Guardia Costiera e alloggiati nel Centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) di Restinco a Brindisi. Rinviando la questione alla Corte di giustizia europea per dubbia compatibilità tra l’ultimo decreto del governo e le norme Ue, i magistrati hanno di fatto bloccato per la seconda volta i piani di Giorgia Meloni, rincuorata adesso dal tweet dell’amico Musk, subito rilanciato da Matteo Salvini: “Ha ragione”. “No, un’inaccettabile e pericolosa ingerenza“, ribattono invece le opposizioni. Tutte parole che arrivano nel giorno in cui a benedire il rinvio alla Corte Ue è nientemeno che il presidente del Senato, Ignazio La Russa.

Nonostante la certezza di ripetere esattamente lo stesso copione, altri rinvii e migranti portati in pochi giorni, il governo ha annunciato di voler continuare a trasferire migranti nei centri albanesi. L’obiettivo, a questo punto, non può che essere la scontro con la magistratura, continuare a lamentarsi dei “giudici comunisti” che boicottano il governo. E se propaganda dev’essere, il peso mediatico di Musk non potrà che fare piacere a Meloni e soci, che già lo avevano conosciuto ad Atreju, la festa dei giovani di Fratelli d’Italia, dove fu accolto a braccia aperte nonostante il tema della gestazione per altri che lo vede coinvolto come genitore.

Non è la prima volta che il proprietario di X, Tesla e SpaceX attacca la magistratura italiana. “È scandaloso che sia sotto processo per aver fatto rispettare la legge”, aveva twittato su Salvini nel giorno in cui per il ministro è stata chiesta la condanna nel processo Open Arms. “Dovrebbe essere quel giudice pazzo ad andare in prigione per sei anni. Esiste una causa legale contro Open Arms e i suoi finanziatori?”, aveva rincarato Musk, oggi subito rilanciato via social dallo stesso leader leghista: “Elon Musk ha ragione. Il 20 dicembre potrei ricevere una condanna a 6 anni di galera per aver bloccato, da ministro dell’Interno, gli sbarchi di clandestini. Visto dall’estero tutto questo sembra ancora più incredibile”. Una grande sintonia, dunque, che la vittoria e il programma di Donald Trump rilanciano, promettendo deportazioni di massa dei migranti presenti negli Stati Uniti.

“L’attacco di Elon Musk rappresenta un’inaccettabile ingerenza negli affari interni del nostro Paese. A prescindere dalle opinioni sulla decisione del Tribunale di Roma, su cui si esprimerà la Corte di giustizia europea, è grave che Musk si senta politicamente autorizzato a delegittimare l’autorità giudiziaria italiana. Il governo italiano deve reagire con fermezza, difendendo l’operato dei giudici e ribadendo che le nostre istituzioni non si piegano né a pressioni straniere, né alle influenze e ai ricatti delle multinazionali. È paradossale che Giorgia Meloni, che si proclama difensore della sovranità nazionale, accetti in silenzio questo attacco ai valori costituzionali e all’autonomia dei nostri organi giudiziari”, scrive in una nota la capogruppo democratica nella commissione Affari costituzionali della Camera, Simona Bonafè. Mentre di “parole pericolose per la democrazia” parla Allenaza Verdi e Sinistra.

Al momento, tuttavia, per un po’ di responsabilità istituzionale tocca rivolgersi alle alte cariche dello Stato. “Credo che sia un tema oggi molto controverso e credo che alla fine una parola decisiva debba arrivare, c’è stato un ricorso alla Corte europea e può darsi che sia quella la sede giusta per definire quello che secondo me è un problema che sarebbe stato meglio non fosse sorto, ma visto che è sorto in qualche modo dobbiamo definirlo”, ha spiegato Ignazio La Russa, seconda carica dello Stato, a margine di un evento al Palazzo di Giustizia di Milano, rispondendo a una domanda dei cronisti sul nuovo stop ai trattenimenti in Albania.