“Quando ci sono aggressioni o stupri si tratta quasi sempre di arabi e rom”. Romano La Russa, assessore alla Sicurezza in Lombardia e fratello di Ignazio, difende così le forze dell’ordine accusate di razzismo da un rapporto del Consiglio d’Europa, durante il consiglio regionale. Nel farlo però La Russa chiama in causa il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che di certo aveva difeso la Polizia ma con argomentazioni ben diverse: “Vorrei ricordare – scandisce l’assessore in Consiglio regionale, durante il dibattito su una mozione a sostegno delle forze dell’ordine – che le stesse identiche posizioni le ha avute un signore che si chiama onorevole Mattarella, che è presidente della nostra Repubblica e che certamente non potete dire si tratti di un personaggio di estrema destra”. Non solo. Nel suo intervento La Russa è un fiume in piena: accusa la sinistra di “non saper manifestare un pensiero che abbia un costrutto, un soggetto, un predicato e un complemento oggetto” e invita le opposizioni a “farsi curare”: “Lo so benissimo che quando si parla di Polizia vi viene l’orticaria, ma non è colpa mia!”.
Al termine del discorso, visto il rifiuto di convocare una riunione dei capigruppo, le opposizioni hanno lasciato l’aula: “Non ne possiamo più – sbotta il capogruppo dem Pierfrancesco Majorino – La Russa rappresenta in maniera indecente il suo ruolo”. Duri i 5Stelle, col capogruppo Nicola Di Marco: “Ancora una volta Romano La Russa dimostra di non essere adeguato al ruolo di assessore e in generale a rappresentare le istituzioni. Se certa politica ha davvero a cuore le forze dell’ordine si occupi ad esempio dei contratti nazionali da rinnovare, invece di portare in aula atti di becero accattonaggio”.