Rottura nella trattativa tra Federmeccanica-Assistal e Fiom, Fim e Uilm per il rinnovo del contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici. Le parti si sono nuovamente incontrate oggi ma di fronte al diniego dei datori di lavoro ad aumenti salariali, i rappresentanti dei lavoratori hanno . I sindacati hanno quindi annunciato l’avvio della mobilitazione, con assemblee in tutti i luoghi di lavoro, fino allo sciopero di 8 ore su base territoriale, da programmare nelle prossime settimane, oltre al blocco delle flessibilità e degli straordinari.

“Grave è la volontà di Federmeccanica e di Assistal di voler cambiare le regole del modello contrattuale che nella sostanza significa nessun aumento certo per i prossimi anni ma tutto legato all’andamento dell’inflazione”: lo scrivono in una nota unitaria Fiom, Fim e Uilm. “Insignificanti – spiegano – sono state le risposte per quanto riguarda la stabilizzazione dei contratti di lavoro precari, come del resto non è stata data alcuna disponibilità per quanto riguarda la riduzione dell’orario di lavoro, per noi elemento significativo per affrontare una situazione industriale difficile”.

Sono inoltre “mancati passi in avanti anche su altre importanti parti normative: tra i principali welfare, previdenza formazione e inquadramento professionale, salute e sicurezza, appalti. Su queste basi era per noi impossibile continuare il confronto”. Fim, Fiom e Uilm confermano dunque di aver proclamato “lo stato di agitazione attraverso il blocco delle flessibilità e lo sciopero dello straordinario”. Inoltre sono state proclamate 8 ore di sciopero articolate con modalità da definire unitariamente a livello territoriale, da effettuarsi a partire dalla prossima settimana.

“La nostra proposta è una risposta alle richieste del sindacato, ai bisogni dei lavoratori incidendo sulle varie dimensioni della persona“, e “alle esigenze delle imprese incidendo su fattori di competitività, ai problemi sociali che potranno incidere negativamente su persone e imprese”, replica in una nota Federmeccanica. Secondo l’associazione datoriale la proposta prevede un “beneficio economico potenziale”, in presenza di tutte le condizioni previste, per un livello C3, nel periodo 2025-2028, che può arrivare a 7.010 euro.

“Se oggi paradossalmente volessimo firmare l’accordo peggioreremmo in maniera sostanziale le condizioni salariali dei lavoratori metalmeccanici rispetto al contratto scaduto del 2021 e su quanto previsto dal patto della fabbrica”: così, in una nota, il segretario generale della Fim Cisl, Ferdinando Uliano. “L’unico elemento di novità emerso oggi, si legge, è stata la “cortesia” di calcolare l’aumento salariale rispetto sulla proposta formulata in base ai dati Istat dei prossimi 4 anni, di 173 euro in quattro anni contro la nostra richiesta di 280 euro in tre anni”.

Prima dell’inizio dell’incontro il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri, aveva preannunciato il probabile stop del confronto. “Le previsioni sono probabilmente di una rottura perché se Federmeccanica sostiene che siccome il contratto dei metalmeccanici ha di per sè uno strumento che recupera l’inflazione è inutile fare il contratto, contratti a zero euro noi non ne facciamo”. I salari italiani, già tra i più bassi della zona euro, sono quelli che hanno perso più potere d’acquisto negli ultimi anni.

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