Dopo la vicenda della serie tv sul delitto di Avetrana inizialmente bloccata da un ricorso del sindaco accolto dal tribunale di Taranto e poi liberata dal vincolo e messa in onda in seguito alla modifica del titolo da cui è stato tolto il nome della località, ora è la volta di Perugia che 17 anni fa è stata teatro di uno dei casi di cronaca più controversi della storia del nostro Paese.
A creare polemiche e malumori è la rievocazione dell’omicidio di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa nel suo appartamento in via della Pergola la sera del 1 novembre del 2007, delitto per cui inizialmente furono condannati insieme all’ivoriano Rudy Guede e in seguito assolti definitivamente anche Raffaele Sollecito e la sua fidanzata di allora, Amanda Knox, la giovane americana che figura tra i produttori della serie di prossima uscita.
In queste ore le proteste di alcuni abitanti della città universitaria si sono condensate soprattutto in uno striscione bianco apparso su un balcone recante una scritta rossa “Rispetto per Meredith” in concomitanza con l’arrivo delle troupe e l’allestimento dei set cinematografici nelle vie del centro e in prossimità dei luoghi in cui si è consumato il delitto che secondo alcune associazioni ed esponenti politici locali dell’opposizione rischierebbe di essere strumentalizzato “solo per fare soldi” con una serie tv prodotta “dall’americana che esiste nella memoria pubblica esclusivamente per il coinvolgimento in quel delitto.”
Se è vero che come Avetrana anche Perugia, suo malgrado, si è trovata a fare i conti con l’invasione delle telecamere e dei cronisti e con l’inevitabile clamore mediatico negli anni in cui si consumò quella tragedia, è anche vero che il diritto-dovere di cronaca va sempre rispettato e ciò vale soprattutto quando i processi che ne sono scaturiti hanno seguito percorsi tortuosi e le vicende dei protagonisti sono state oggetto di controversie e punti oscuri che hanno inevitabilmente suscitato l’interesse dell’opinione pubblica e l’esigenza di approfondimenti investigativi, giudiziari e giornalistici.
Amanda Knox che all’epoca era una studentessa che si trovava a Perugia per aver aderito al progetto Erasmus proprio come Meredith, non è una figura che esiste nella memoria collettiva solo per il coinvolgimento in quel delitto; dopo 16 anni di iter processuali e dopo 4 anni di carcerazione preventiva è stata dichiarata dalla giustizia innocente perché non partecipe dell’azione omicidiaria e il suo punto di vista nel ricostruire quello che lei definisce un vero e proprio calvario denso di errori giudiziari che hanno inevitabilmente segnato la sua vita non può essere certo censurato.
Sulla vicenda in Germania è uscito il libro Der Engel mit den Eisaugen di Mario Spezi e Douglas Preston che aveva incontrato parecchie resistenze da parte degli editori (in versione italiana, infatti, non esiste). In casi come questo viene naturale chiedersi se il motivo dell’iniziale censura avesse a che vedere con il fatto che gli autori ponessero l’attenzione sul modo in cui vennero condotti i primi interrogatori di Knox e Sollecito che non poterono avvalersi della presenza dei propri avvocati, sui numerosi dubbi riguardo al fatto che le prove scientifiche potessero risultare falsate, sul coinvolgimento di alcuni testimoni assolutamente non attendibili a cui fu dato credito nella prima fase delle indagini.
Nessuna ricostruzione potrebbe offendere la dignità, l’onore e la bellezza di una città come Perugia alla quale la sindaca Vittoria Ferdinandi in queste ore ha scritto una accorata lettera di scuse per aver deciso di non ostacolare la produzione della serie tv che comunque, anche nel caso di un diniego, avrebbe individuato location alternative in qualche altra città umbra. Tante persone hanno continuato e continueranno a considerare Perugia per quello che realmente è ovvero una delle città d’arte italiane maggiormente degne di essere visitate e tanti ragazzi italiani e stranieri hanno continuato e continueranno a sceglierla come meta per realizzare il proprio percorso di studi.
Perché ad Avetrana così come a Perugia la vera mancanza di rispetto verso la vittima di un efferato caso di cronaca si attua quando si decide di mettere il bavaglio ad una pubblicazione che ne ricostruisce la vicenda da diverse legittime angolature. Che si tratti di un articolo, di un libro, di un film o di una serie tv.