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Per Trump l’Africa è solo un campo di battaglia economico

Le pessime notizie per l’Africa le sapete già. Ha vinto Trump. Quello che definì i paesi del continente “”Shithole countries” (ovvero: “paesi del buco del c..o”). Frase storica ormai. Segno del suo stile. Durante il suo primo mandato, quando era presidente degli Stati Uniti non visitò mai il continente, non ne ha mai mostrato alcun interesse , e anche durante la sua nuova campagna elettorale, sembra che non abbia nemmeno pronunciato la parola “Africa”.

Con il ritorno di Trump l’Africa dovrà fare i conti con un cambiamento nelle relazioni degli Stati in un quadro di riferimento che rimodella le percezioni degli attori del continente. Il nuovo Trump cercherà di tagliare i fondi stanziati per alcune associazioni e ong africane e questo avrà conseguenze per molti settori. Ritirandosi dagli accordi sul clima di Parigi la parte tossica (Trump) finirebbe per indurre una sensibile riduzione dei fondi internazionali per il clima all’Africa – necessari per affrontare dalla scarsità d’acqua all’insicurezza alimentare. Insomma i paesi africani dovranno navigare in questa nuova complessità.

Le notizie “toniche” quelle che fanno bene all’Africa invece sono queste: Google aggiungerà nel suo prossimo aggiornamento 15 lingue africane tra cui Chichewa, Hausa, Igbo, Oromo, Rundi, Shona, Somali, South Ndebele, Swati, Tigrinya, Tswana, Twi e Yoruba.

Questa inclusione fa parte dell’espansione del supporto delle lingue africane da parte di Google, che con l’aggiunta di queste 15 lingue rispetta la comunicazione online di oltre 300 milioni di persone. Oltre a questo aggiornamento, Google ha annunciato un investimento di 5,8 milioni di dollari in programmi di formazione sull’intelligenza artificiale e sulla sicurezza informatica nell’Africa sub-sahariana. Sono le due facce della stessa America.

Ma allora voi direte Elon Musk? Anche lui è un “visionario” tecnologico che sarà anche ministro con Trump e lui porta in giro per l’Africa i suoi satelliti per le nuove veloci connessioni internet. Lui è tossico? L’ideologia che definisce quelli africani come “Shithole countries” è l’ideologia della neo colonizzazione sprezzante, della produzione e della crescita quantitativa che parla la lingua tossica dello sviluppo. Chi opera promuovendo di fatto l’emancipazione dell’individuo, chi sostiene anche indirettamente il rispetto per l’identità culturale e l’autenticità delle tradizioni, ecco quello porta il progresso (tonico).

A suo tempo (2018) la “strategia” degli Stati Uniti presentata da Trump vedeva l’Africa come un campo di battaglia economico di fronte agli interessi russi e cinesi con minacce appena velate contro i paesi africani che non avrebbero votato a favore degli Stati Uniti ai vertici internazionali. In questi anni non sono mancanti gli accordi commerciali tra Stati Uniti e Africa stimati intorno ai 60 miliardi di dollari, ma è pur sempre un terzo del volume di affari che ha fatto Pechino con il continente.

Ecco, giusto! direte voi, ci sono anche gli imperialismi cinese e russo! Vero. Ma adesso il legittimo Presidente degli Stati Uniti è questo uomo qua; e pare che con cinesi e russi a modo suo purtroppo ci vada a nozze. Con buona pace dei paesi africani.