Alla fine, dopo un anno e mezzo di richieste che non sono servite a mettere a punto un sistema informatico accettabile, i medici ospedalieri di Verona hanno gettato la spugna. “Stiamo lavorando ricorrendo alla carta e alla penna, anziché al computer, oppure usiamo il fax per le comunicazioni interne”. È un grave atto d’accusa quello lanciato da tutte e otto le sigle sindacali di categoria, che chiedono alla Regione Veneto e al suo braccio operativo Azienda Zero di sospendere l’attività del Sio, un progetto da circa 120 milioni di euro. La Regione ha cominciato a sperimentarlo nel capoluogo scaligero, in previsione di un’estensione a tutte le Ulss del Veneto, pensando che le modalità di realizzazione delle cartelle sanitarie elettroniche avrebbero modernizzato la gestione sanitaria. Per il momento il risultato è deprimente.
Già nell’estate 2023 i medici avevano raccolto centinaia di firme a sostegno di un documento che evidenziava tutti gli errori di procedura. All’epoca ilfattoquotidiano.it ne aveva dato conto, recependo un malumore diffuso, condiviso anche dai sindacati confederali, ma respinto al mittente dai vertici ospedalieri, convinti di risolvere tutto con qualche aggiustamento. Così non è stato e la débâcle ha innescato una guerra politico-sindacale, con l’eurodeputato Flavio Tosi, coordinatore veneto di Forza Italia, a lungo sindaco di Verona e in tempi lontani assessore regionale alla Sanità, pronto ad attaccare il suo eterno nemico, il governatore leghista Luca Zaia. I medici dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata (Aoui) hanno spiegato che il programma, anziché velocizzare le operazioni, le sta rallentando, creando danni anche per i pazienti. È interessata tutta la filiera, dai medici ai malati, passando per gli infermieri, gli addetti ai laboratori e gli analisti. “Le cose sono andate oltre l’immaginabile”, riassume Giuseppe Petrilli, rappresentante intersindacale della dirigenza medica dell’Aoui, ricordando come il collaudo, assicurato per dicembre 2023, non sia ancora ultimato.
Il rosario delle contestazioni è lungo. Nelle terapie intensive, dove ogni passaggio è cruciale per la vita dei pazienti, i sanitari sono tornati a utilizzare la carta: i referti vengono scambiati con il vecchio fax. La richiesta di esami è diventata più laboriosa e complessa. Anche l’accesso alle memorie dove sono conservati i referti o gli esami di laboratorio è problematico. “La presenza di questi malfunzionamenti testimonia la non adeguatezza di un sistema informatico che è nato da un bando regionale del 2018. Nonostante l’investimento, alcuni anni dopo la chiusura del bando è arrivato in Aoui un programma non sperimentato nelle realtà cliniche”, lamenta Petrilli. E la conseguenza del malfunzionamento non è solo il super lavoro per i sanitari, ma anche un aumento del rischio clinico, a causa del tempo ridotto per assistere i pazienti. Con un riflesso nell’allungamento delle liste d’attesa. “Non si può collaudare qualcosa che non funziona. Medici e infermieri hanno mantenuto la qualità, ma a risentire dei disservizi è anche la quantità delle prestazioni”, spiega Stefano Gottardi di Uil-Fpl. Regione Veneto e Azienda Zero hanno risposto ammettendo l’esistenza del problema e assicurando che correranno ai ripari. “Sono state individuate le anomalie che gravano sul sistema e puntualmente segnalate al Raggruppamento temporaneo d’impresa fornitore del servizio, al fine di una loro celere risoluzione” ha dichiarato Roberto Toniolo, direttore della controllata. “Ad agosto sono state avviate le operazioni di verifica delle funzionalità e caratteristiche dei servizi SaaS (Software-as-a-Service) del Sio per un riscontro definitivo delle anomalie che sono oggetto di osservazione ed analisi”.
Ma l’ex sindaco Tosi è già partito all’attacco: “È la cronaca di una morte annunciata. Sio non ha mai funzionato per colpa di un progetto impostato male da Azienda Zero e dalla Regione fin dalla gara d’appalto. Lo denunciamo politicamente da più di un anno, abbiamo presentato anche una relazione tecnica per spiegare nel dettaglio cos’è stato sbagliato”. Tosi ha commissionato uno studio ad esperti e accusa: “Azienda Zero ha voluto accentrare il nuovo progetto su di sé, senza avvalersi di un organico sufficiente e dopo aver smantellato i servizi informatici delle aziende sanitarie. Ha sottostimato i tempi di realizzazione, dato che per quattro anni, dopo l’aggiudicazione della gara nessuno dei due fornitori è riuscito ad attivare e collaudare le proprie soluzioni in nessuno degli ospedali veneti”. Inoltre, non sarebbero stati coinvolti i responsabili esperti dei servizi informatici delle Aziende sanitarie e non sarebbe stato regolamentato “il recupero dei dati acquisiti dalle Aziende sanitarie con le precedenti procedure informatiche, visto che Aoui gestisce a livello digitale le attività di ricovero degli ultimi 40 anni”.