Durissimo scontro a La Zanzara, su Radio24, tra Marco Rizzo, leader di Democrazia Sovrana Popolare e candidato presidente regionale dell’Umbria, e Maurizio Acerbo, segretario del Partito della Rifondazione Comunista. Prima del concitato faccia a faccia, Rizzo ribadisce le sue note teorie poltiche che innescano l’ennesima bagarre con uno dei conduttori, David Parenzo.
Alla domanda di Giuseppe Cruciani che gli chiede se avrebbe autorizzato il corteo di Casapound a Bologna, Rizzo risponde che la vicenda rientra nel “giochetto del fascismo e dell’antifascismo” che “serve a questa destra e a questa sinistra per non parlare dei problemi reali”. E fa l’esempio di quanto accaduto negli Usa con la vittoria di Donald Trump che, secondo l’ex europarlamentare, “racconta la storia degli operai e dei lavoratori” e potrebbe scongiurare il rischio di una terza guerra mondiale.
“Tra Elly Schlein e Roberto Vannacci chi scegli?”, chiede Cruciani.
“Vannacci 100 volte – risponde convintamente Rizzo – Lui ha fatto un discorso storico sulla pace”.
Altra domanda delle cento pistole riguarda il post fake che Rizzo ha diffuso sui social: si tratta una foto ritoccata della pugile algerina Imane Khelif, vincitrice della medaglia d’oro nella categoria dei pesi welter alle Olimpiadi di Parigi. L’atleta, nell’immagine che era già stata smentita a settembre, appare col torso nudo e con fattezze fisiche inequivocabilmente maschili.
Rizzo evoca la censura di Enrico Mentana, facendo riferimento a un accordo stipulato tra il quotidiano online Open, fondato dal direttore del TgLa7, e la piattaforma Meta di Zuckerberg al fine di sbugiardare le bufale circolanti nei social. Ma in realtà anche su X, il social di Elon Musk, la community degli utenti ha bollato come falsa la foto condivisa da Rizzo.
“Quando pubblichi una cosa ci sono gli amici di Mentana – accusa il politico – Ci sono questi che decidono cosa è bello e cosa è brutto. Però poi hanno un odio e una violenza tale che sono gli stessi a voler inviare le armi in Ucraina”.
“Sì, ma hai pubblicato una cosa falsa”, ribatte Parenzo.
“Io pubblico quello che cazzo voglio, non mi rompere i coglioni”, sbotta Rizzo.
Dopo la pausa pubblicitaria, Cruciani contatta telefonicamente Maurizio Acerbo che, in un evento elettorale a Terni, a proposito del “corteggiamento” politico di Rizzo nei confronti di Vannacci, lo ha definito “fenomeno da baraccone”. Il segretario del Prc ribadisce le sue parole: “È un saltimbanco, buono per questa trasmissione. È una caricatura di comunista che va bene alla destra. Cruciani, Rizzo e Vannacci possono fare una comitiva. Io rispetto le idee politiche di tutti, però bisogna avere una credibilità. Io ce l’ho di sicuro, Rizzo no”.
Rizzo definisce “ragazzino” Acerbo (che è nato nel 1965) e aggiunge: “Davanti a me ‘fenomeno da baraccone’ non l’avrebbe mai detto, perché è uno che si caga sotto. Quando siamo andati a salutare i cinesi, era lì con lo sguardo basso, magari per paura che con un soffio cadesse per terra. È un trotskista, quindi cagasotto per definizione. Ma al di là di questo, questo è un signore che gioca. E lasciamolo giocare”.
“Tu invece sei un ex stalinista”, commenta Parenzo.
“Sì, perché? C’è da vergognarsi? – replica Rizzo – Io non mi vergogno di niente”.
“Rizzo parla con il linguaggio da fascisti“, rincara Acerbo.
“Tu invece parli col linguaggio da Ztl, perché non sei mai stato nelle borgate”, rilancia Rizzo.
“Io sono figlio di operai – ribatte Acerbo – Sei tu che frequenti i salotti, caro mio. Lo sanno tutti che passi le giornate e le serate nei salotti romani“.
“Certo – controbatte Rizzo – Vai, Acerbo, vai sul carro del vincitore, vai a fare i trenini”.
“Marco Rizzo è uscito da Rifondazione – commenta Acerbo – per sostenere il governo D’Alema mentre bombardava la Jugoslavia. Ha fatto il parlamentare europeo congratulandosi con Prodi per l’ingresso nell’euro. Dopodiché, fa il finto stalinista contro la Ue e contro la Nato e adesso finisce con Vannacci, perché è un paraculo che pensa solo a fare spettacolo e per farsi invitare in tv come caricatura del comunista”.
“Questo signore che parla è un poveretto – chiosa Rizzo – Io ho incontrato Fidel Castro, Arafat e tutti i grandi della storia. Acerbo parla di me? Io non parlo di lui, perché è il nulla, come le sue idee”.