Politica

Il capriccio dell’Albania, la lezione dei tribunali e il bullo Musk: benvenuti all’Asilo Chigi!

Il giudizio. Non quello de i tribunali – ci arriveremo dopo – ma quello dei denti. I denti del giudizio. Un vecchio adagio dice che quando spuntano quelli passi dal ragazzo che eri alla persona adulta che ormai sei. Dalle mie parti si tramanda poi un’altra misura: se hai uno spazio di quattro dita tra la base della nuca e la noce del collo, dimentica l’esuberanza giovanile e metti la testa a posto perché è tempo di matrimonio.

Credenze popolari a parte, se dovessi indicare lo spartiacque tra l’irruenza giovanile e la maturità adulta, io lo fisserei nelle questioni di principio.
Quelle lotte su cui da ragazzo ti aggrovigli, quegli scontri dove per nulla al mondo saresti disposto a cedere ma che diventando grande scopri… beh, che non ha molto senso. È più adulto trovare una soluzione ragionevole, è più maturo riflettere piuttosto che incaponirsi. Ecco, incaponirsi.
Incaponirsi su una pura questione di principio è ciò che sta facendo il nostro governo sulla vicenda dei migranti da spedire in Albania.

E che sia una questione di principio, che sia mera propaganda, ce lo dicono i numeri: 8 migranti trasferiti l’ultima volta (e poi portati in Italia) e 16 la volta precedente (e poi riportati in Italia). Il totale fa 24, a fronte dei 58.771 sbarcati ad oggi, 13 novembre, nel 2024 (fonte Ministero dell’Interno). Il totale fa 24 anche a fronte dei 670 milioni spesi per tenere in piedi questo sistema (vuoto) per 5 anni.

Da un governo formato da quei partiti che a lungo hanno cavalcato l’indignazione dei “35€ al giorno”, pare proprio una questione di principio; soprattutto se pensiamo che ai 24 sfortunati abbiamo pagato prima il viaggio di andata e poi pure quello di ritorno. I tribunali – al plurale, visto che si tratta di Palermo, Catania, Roma e Bologna – hanno infatti stabilito che non si può fare: i criteri per la designazione di uno Stato come “Paese di origine sicuro”, che è ciò che muove tutto il meccanismo giuridico, non sono compatibili col diritto europeo. E cosa ha fatto allora il nostro governo? Ha fatto come i bambini quando non riescono a spuntarla: ha provato a cambiare le regole del gioco con il decreto “Paesi sicuri”.

E come bambini il tribunale di Bologna lo ha quindi trattato, con un ripasso di storia da quinta elementare: “Si potrebbe dire, paradossalmente, che la Germania sotto il regime nazista era un paese estremamente sicuro per la stragrande maggioranza della popolazione tedesca: fatti salvi gli ebrei, gli omosessuali, gli oppositori politici, le persone di etnia rom ed altri gruppi minoritari, oltre 60 milioni di tedeschi vantavano una condizione di sicurezza invidiabile. Lo stesso può dirsi dell’Italia sotto il regime fascista. Se si dovesse ritenere sicuro un paese quando la sicurezza è garantita alla generalità della popolazione, la nozione giuridica di paese di origine sicuro si potrebbe applicare a pressoché tutti i paesi del mondo, e sarebbe, dunque, una nozione priva di qualsiasi consistenza giuridica”.

I Paesi che il nostro governo ha per decreto indicato come “sicuri” non sono sicuri per tutti.

Come però accade da ragazzini, a dar manforte all’infantilismo di chi ci governa ci ha pensato il bullo di due classi più grande, quello che a scuola incontri nei corridoi e ti senti un po’ più figo ad averlo come amico. Dal suo Twitter – nel senso che è proprio tutto suo – Elon Musk ha scritto che “questi giudici se ne devono andare”. Un adulto avrebbe colto la gravità di questa affermazione; un uomo di Stato avrebbe difeso la sovranità italiana da pericolose ingerenze. Invece noi abbiamo per ministro Salvini che ha retwittato dicendo che Musk “ha ragione”.

E quindi, cosa accadrà? Accadrà che in attesa di ciò che prevede la legge, ovvero un pronunciamento della Corte di giustizia dell’Unione europea per i quali potrebbero essere necessari da 3 mesi a un anno, il nostro governo continuerà a spedire (pochissimi) migranti in Albania e i tribunali a farli rientrare in Italia. Si sprecheranno altri soldi, altro tempo, altre carte bollate per una pura questione di principio, per una propaganda che riempie i giornali ma non svuota Lampedusa, i centri di accoglienza, il mare.

La verità è che la democrazia è una scienza esatta e restituisce a ogni popolo il governo che in quel momento lo rappresenta, che si merita. Nell’Italia degli eterni giovani, dei quarantenni ancora precari e dei sessantenni che ci provano con le ragazzine, noi ci meritiamo il governo dei capricci. Benvenuti all’Asilo Chigi.