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I fatti di Amsterdam e l’antisemitismo: attenzione a chi tenta di strumentalizzare

Avete mai sentito parlare di gaslighting? La più efficace e succinta definizione che ho letto in letteratura è più o meno questa: “far credere l’incredibile”. Ma questo racconto non è un caso di gaslighting. Si tratta di gaslighting con gli steroidi.

Immaginate di condurre un vero e proprio assalto razzista condito di inni a un genocidio con frasi come le seguenti: “non ci sono scuole a Gaza perché non è rimasto più nessun bambino”. Le vostre azioni e canti scatenano la reazione violenta (da condannare) da parte di chi non l’ha presa bene o di chi ha altri motivi. Tuttavia, vi intercalate in modo precipuo nel ruolo della vittima. Il primo ministro del vostro paese, già ricercato dalla Corte Internazionale per “crimini di guerra”, ne fa un caso mondiale paragonando quello che vi è accaduto a un “pogrom” e “notte dei lunghi coltelli”.

E’ interessante notare come viene riportata la notizia da un giornale finlandese come Helsinki Times e il giornale italiano La Repubblica. Secondo il 2024 World Press Freedom Index, la Finlandia occupa il 5 posto al mondo in termini di libertà di stampa, mentre l’Italia il 46esimo posto (gli Stati Uniti al 55esimo posto). Sarà casuale? O causale? Fa ricordare quello che Noam Chomsky ha definito “gregge di menti indipendenti”.

Ok, allora, ricapitolando: cantate felici lo sterminio di oltre 15000 bambini e l’amputazione di altri 5000 da parte dell’esercito della vostra nazione, lo stesso che li ha uccisi, che ha bombardato in modo sistematico ospedali, scuole, panetterie, case, affamando la popolazione da oltre un anno, e uccidendo secondo stime di The Lancet un totale di 185.000 persone, ma i razzisti sono gli altri, chi ha risposto alle vostre violenze, tutti quelli che non vi trattano come una vittima e non riescono a credere all’incredibile.

La strumentalizzazione dell’antisemitismo o “weaponization of anti-semitism” è una tattica manipolatoria che consiste nell’affibbiare l’etichetta di antisemita a chiunque non aderisce o esprime critiche alla “narrativa” (chiamiamola così dai!) del governo Israeliano o esercito Israeliano. Come spiega Asa Winstanley nel suo libro Weaponising Anti-Semitism: How the Israel Lobby Brought Down Jeremy Corbyn questa tattica è stata usata in modo molto efficace, ad esempio, per attaccare politicamente leader progressisti come Jeremy Corbyn.

Come evidenziato nel contributo “Enforcing Silence: Academic Freedom, Palestine, and the Criticism of Israel” viene utilizzata in modo sistematico anche per zittire gli accademici, che tuttavia in molti casi sono già zitti così, senza alcuno sforzo.

PS: L’antisemitismo, così come l’islamofobia e altre forme di razzismo, è un problema serio e in aumento specie dopo il 7 ottobre 2023. L’antisemitismo inoltre si aggiunge a un trauma collettivo storico di una popolazione che ha sofferto le conseguenze a lungo termine dell’olocausto e secoli di persecuzioni. È quindi un fenomeno pernicioso che deve essere individuato in modo rigoroso, puntuale quando si genera e va combattuto in modo risoluto e efficace. Quello vero. Usare invece questo fenomeno in modo improprio, o addirittura sfruttare la sofferenza de propri avi, per scopi manipolatori, per avanzare obiettivi militari e politici, usare questo dolore per causate altro dolore, significa tradire le persone che hanno sofferto veramente l’olocausto, tradire chi ha veramente subito gli effetti dell’odio razziale e confondere il significato di una battaglia sacrosanta.