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Elon Musk imprenditore, genio ed esperto di politica italiana: ci vedo dell’incoerenza

di Paolo

Elon Musk è un ambientalista, per cui se leggo che vuole ridurre il riscaldamento globale attraverso fonti di energia rinnovabile, non vedo come la cosa debba destare scalpore. Poi guardo le foto sul giornale e di preoccupazioni ne ho molte, già la povera presidente del Consiglio è a corto di diritti sindacali… Mi stropiccio gli occhi come i ragazzini nei film degli anni 30 e mi chiedo: “Perché Musk sta con Trump, uno che ama le auto elettriche quanto il perdono del prossimo?”.

Per quanto preoccupante, è l’unico caso sensato che risponde ad una domanda che mi sono posto durante la pandemia: “Perché l’opinione di un vip è più importante della nostra?”. Politicamente parlando, un tizio famoso dovrebbe contare come chiunque di noi, nel senso che può essere molto informato o disinformato, avere idee chiare su certi temi e dubbi su altri, brillanti intuizioni come una zeppa di legno può essere un sostituto vegano del formaggio o annuire come un bebè che ha sonno.

Obbiettivamente se una sola persona è inventore/vip/imprenditore/finanziatore è già quasi come vivere su un altro pianeta, se ha molte idee/interessi che toccano diversi ambiti della società tra cui: il lavoro, l’economia, la salute e l’ambiente, la cosa è più complessa.

Le invenzioni e le compagnie hanno due cose in comune: spesso vengono fuori dal nulla e possono avere lunga vita. Entrambe sono importanti perché le prime ci dicono se un tale è un genio e le seconde se ha un minimo senso etico. Teniamo presente, però, che l’aspetto essenziale che le lega è l’utilità. Le invenzioni che durano sono quelle che servono, come del resto le compagnie di lunga data, hanno profonde radici nella reciproca utilità. Per cui non ci vuole un genio per capire che la migliore invenzione è l’utilità della congrega, anche se la scelta della congrega è spesso la peggiore intuizione del genio.

Nella storia non è una novità che un inventore possa anche essere imprenditore, e neanche che ci sia un filo d’incoerenza in questo binomio.
Thomas Edison disse: “La non violenza conduce all’etica più alta, che è l’obiettivo di tutta l’evoluzione. Fino a che non smetteremo di fare del male agli altri esseri viventi, saremo sempre dei selvaggi”. Impossibile dargli torto. Il problema è che durante la cosiddetta “guerra delle correnti”, allo scopo di alimentare una campagna di disinformazione, fu presente all’uccisione per folgorazione di animali, quali: gatti, cani, un cavallo e anche un elefante, per dimostrare che la corrente alternata fosse molto più pericolosa della continua.

Mi fermo qui poiché l’incoerenza è l’elemento su cui intendevo focalizzarmi e null’altro che questa.

Tentare di realizzare a tutti i costi ciò che ci si è prefissati, può essere il crine oltre il quale sia ipotizzabile scendere a patti? Posso capire il tipo di desiderio eppure entrare a gamba tesa contro i giudici, come un ministro qualunque… mi lascia perplesso, e vorrei chiedere a Musk: “Quanto ti senti ancora genio, dopo aver scritto una roba che nel mio paese, è condivisa con entusiasmo da uno che odia i tappi di plastica e le nutrie?”.

Prendiamo in considerazione il principio dei vasi comunicanti. Speriamo che il potere del finanziamento e riconoscimento annesso, possa cambiare anche se di poco, l’agenda del presidente. In un mondo in cui l’etica è una nave che ha già lasciato il porto, ci rimane il do ut des. Tocca ringraziare se per il momento non si parla di smartphone a pile nucleari, motori a vacche flatulente o razzi per spedire i migranti nei cpr su Marte.

Credo fosse una citazione del film L’uomo invisibile: “Il genio è colui che salta dalla A alla D senza passare per la B e la C”. A me non interessa il salto in sé, ma al servizio di cosa quel salto è compiuto. A noi l’invenzione dell’Europa, che non è che l’Italia in scala maggiore, e là dove sta a guardare cosa fa il titanico alleato, la rigorosa Unione europea, con più occhi, vigili, resta ferma egualmente a guardare, o sceglierà la corrente continua.

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