Sono forse in corso prove di nozze tra Banco Bpm e banca Mps. Il Mef ha collocato sul mercato il 15% del gruppo sense, riducendo la sua partecipazione all’11%, per un controvalore di 1,1 miliardi di euro (inizialmente si era parlato di una vendita del 7%, poi l’alta richiesta ha indotto il Mef a raddoppiare la quota). Il 5% è stato comprato dal gruppo bancario guidato da Giuseppe Castagna che, nel pomeriggio di mercoledì, ha convocato un consiglio di amministrazione straordinario.

Per ora Banco Bpm fa sapere di non avere intenzione di presentare alle autorità competenti le istanze autorizzative per poter eventualmente superare la soglia del 10% di Mps. Il gruppo, si legge in una nota, rimane focalizzato sugli obiettivi del piano 2023/26, confermando la propria strategia stand alone. Il collocamento accelerato di un 7% della banca è stato affidato dal Mef a Banca Akros (gruppo Banco Bpm).

Anima (su cui Banco Bpm ha lanciato un’Offerta pubblica di acquisto) ha poi annunciato di aver acquistato il 3% di Mps per 219 milioni. Per effetto dell’acquisto delle ulteriori azioni della banca, la partecipazione complessivamente detenuta da Anima, che già deteneva l’1% circa del capitale sociale, raggiungerà il 4%. Un altro 3,5%, si è appreso in serata, è stato comprato dal gruppo Caltagirone e una quota analoga è stata rilevata da Delfin, holding della famiglia Del Vecchio, che controlla Luxottica e ha partecipazioni in Mediobanca e Generali.

“Abbiamo portato a termine un’azione importante come avevamo annunciato nelle sedi istituzionali prevedendo la realizzazione di un’operazione di politica bancaria e finanziaria italiana volta a rafforzare l’azionariato di un player importante nel mercato del credito in modo serio e riservato come da sempre dichiarato in questi due anni di governo”. Così il ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti.

“Bene la decisione del Mef di mettere sul mercato un’altra quota di azioni del Monte Paschi di Siena. Quella delle privatizzazioni è la giusta strada da seguire, da sempre indicata da Forza Italia. Non abbiamo bisogno di banche di Stato”, scrive su X il vicepremier Antonio Tajani. (Prima di essere rimessa sul mercato Mps è costata ai contribuenti una ventina di miliardi di euro, ndr)

Mps ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con un utile di 1,57 miliardi, in aumento del 68,6% rispetto allo stesso periodo del 2023. Nel solo terzo trimestre i profitti sono stati pari a 407 milioni di euro. Presentando i dati, l’amministratore delegato Luigi Lovaglio, si è detto convinto di superare l’obiettivo di un utile pre-tasse di 1,3 miliardi di euro nell’intero 2024. E mentre Mps si dice ora pronta a valutare possibili acquisizioni, continuano le congetture su possibili compratori e/o partner.

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