Cento firmatari tra esperti, scienziati, responsabili di associazioni internazionali, vincitori del Goldman Environmental Prize di 52 Paesi di tutti i continenti hanno lanciato un appello contro la costruzione del mega inceneritore di Roma. “Il Mondo vi guarda”, riferendosi ai cittadini di Roma mentre fra circa un mese si aprirà il Giubileo per il quale oltre a 35 milioni di pellegrini si prevedono circa 150.000 tonnellate aggiuntive di rifiuti oltre a quelle mediamente prodotte dalla Capitale è il senso del messaggio sottoscritto. E questo mentre sta per partire la Cop 29 che porrà al centro la necessità di fronteggiare la crisi ambientale globale non solo riferita alla necessità di ridurre le emissioni di gas serra ma anche rivolta a ridurre sprechi e prelievi di risorse primarie attraverso una transizione ecologica che assuma gli obiettivi di una riconversione basata su di una exit strategy dall’economia lineare volta invece a promuovere la circolarità di processi economici rigenerativi.

Puntare invece come vorrebbe il sindaco Gualtieri sullo spreco di risorse (bruciare è funzionale al modello lineare e alla inciviltà dell’usa e getta) e sul rilancio di processi di combustione ad alto tasso di emissioni di gas serra (peraltro oggetto di carbon tax da parte UE) significa “guardare al passato” ancorando per ben 33 anni la gestione dei rifiuti a Roma a modelli obsoleti, inquinanti, pericolosi per la salute umana. È la stessa immagine di Roma che rischia di essere offuscata mentre nel resto del nostro Paese seppure ancora a macchia di leopardo avanzano le buone pratiche di differenziazione, di riparazione e riuso e di Economia Circolare anche derivanti dal riciclo.

Roma deve scegliere le modalità più incisive di raccolta differenziata passando da una percentuale “nana” e fuorilegge a modalità di messa in atto di buone pratiche circolari di recupero di materiali (pensiamo ai metalli preziosi contenuti nei RAEE) in grado anche di promuovere piattaforme e fabbriche dei materiali portatrici di posti di lavoro anche capaci di mantenere bassi i costi di gestione degli scarti. Costi, invece che ammonteranno a non meno di 200-250 euro tonnellata (dipenderà dall’ammontare della carbon tax che potrebbe incidere per un margine oscillante tra 40 e 70 euro per tonnellata bruciata).

Costi ricadenti dalle tasche dei cittadini romani direttamente nelle tasche di ACEA per il lasso temporale impressionante di 33 anni. È ovvio che tale impatto economico che di fatto “monopolizza” il sistema di gestione dei rifiuti induce a preoccupazioni elevatissime anche circa i condizionamenti che in questo contesto potrebbero essere esercitati da gruppi anche fuori dalla legalità. Infatti concentrare “affari” del genere nelle mani di singoli non è mai buona cosa tanto più se trattasi di servizi di natura pubblica che dovrebbero richiedere invece piena trasparenza, efficacia ed efficienza e incisive modalità di controllo.

Questa lettera si rivolge quindi anche al Vaticano e ai pellegrini. Il Giubileo, di fatto, è stato strumentalizzato per accreditare questo “affare”. Per di più in sua scusa si è imposto un processo realizzativo che straccia e umilia poteri reali di istituzioni e società civile a fronte di una evidente bugia per cui l’inceneritore non ci sarà proprio nel momento in cui avrebbe dovuto “risolvere” il problema rifiuti.

Le alternative per trattare gli scarti anche dai rifiuti residui (al netto di una raccolta differenziata di almeno il 75% come indicato dall’Ue) esistono e si vanno sempre più accreditando nel segno dei recuperi “a freddo” di materiali e di riduzione delle emissioni serra.
Non possiamo permettere che la raccolta differenziata, tanto più in una città invasa da milioni di pellegrini provenienti da tutto il mondo, resti al palo fornendo un’immagine sprecona, sporca e inefficiente della nostra Capitale.

Questa lettera, intanto, è stata recapitata ai parlamentari europei eletti in sede italiana, a tutti i membri delle Commissioni Ambiente di Camera e Senato e a tutti i consiglieri e assessori comunali del Campidoglio. E non finirà certo qui il suo impatto internazionale.

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