“Non bastano i carabinieri dei Nas serve istituire ovunque le Commissioni mensa”. A lanciare questo appello dopo la notizia in merito alle ispezioni del Comando per la Tutela della Salute che hanno portato ad accertare 225 violazioni amministrative o penali e a irrogare sanzioni pecuniarie per 130mila euro è Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale Scuola di Cittadinanzattiva che più volte ha pubblicato report in merito al pranzo tra i banchi.

Proprio lunedì 11 novembre, l’osservatorio di “Foodinsider” ha presentato alla Camera dei Deputati la classifica delle città dove si mangia meglio (Sesto Fiorentino, Cremona, Parma e Fano) o peggio (L’Aquila, Novara e Reggio Calabria) mettendo in rilievo un miglioramento nel 44 per cento dei menù analizzati. Numeri che fanno a pugni con i controlli dei Nas su oltre 700 mense scolastiche di ogni ordine e grado sia pubbliche che private, dalle scuole dell’infanzia agli istituti superiori ed universitari: una su quattro è risultata irregolare. Una situazione frammentata a detta di Bizzarri che da anni analizza i dati delle mense: “Il controllo della qualità dei prodotti innanzitutto, ma anche delle attrezzature e delle strutture, rappresenta la questione centrale anche a fronte del fatto che le tariffe continuano ad essere elevate in molti Comuni e per molte famiglie”.

Stiamo parlando di una media di circa 760 euro l’anno per la mensa scolastica di un figlio alla scuola dell’infanzia o primaria. Costi che sono stati monitorati da anni da “Cittadinanzattiva” che conosce bene anche l’intera filiera: “Evitando facili generalizzazioni, va riconosciuto che molti Comuni offrono prodotti e menù di eccellenza; nonostante questo il controllo costante deve essere garantito sia ad opera dei Nas ma crediamo anche, da parte delle Commissioni mensa il cui ruolo andrebbe, invece, favorito sia da parte dei Comuni che delle scuole, meglio regolamentato in termini di competenze e formazione, per contribuire a prevenire l’insorgere di molte delle criticità evidenziate, garantire standard qualitativi elevati, realizzare un controllo puntuale, capillare e costante sulla qualità del cibo, sulla vivibilità dei refettori, sui tempi di consumo del pasto”.

Le commissioni sono riconosciute all’interno delle “Linee d’indirizzo nazionale della ristorazione scolastica” dove sono inserite come uno degli attori del servizio, insieme al Comune e al fornitore del servizio, in qualità di organo di rappresentanza che svolgono un ruolo e funzioni specifiche ma non sempre vengono nominate.

“I risultati dell’indagine dei Nas – sottolinea Bizzarri a “Il Fatto Quotidiano.it” – ancora in corso, sulle mense scolastiche restituiscono un quadro preoccupante, sul quale chiediamo un’attenta analisi e messa a punto di interventi migliorativi da parte dei ministeri competenti ma anche sanzioni adeguate per chi ha agito mettendo a repentaglio la sicurezza e la salute degli studenti e dei docenti che utilizzano la mensa ogni giorno”.

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