A Palermo il comparto della cultura è in subbuglio. Il cda del Biondo, il primo teatro di prosa della città, ha affidato la direzione artistica a Valerio Santoro. Un nome sgradito all’ambiente culturale locale, che lo accusa di aver ottenuto il posto grazie alla sua vicinanza agli ambienti di Fratelli d’Italia, nonostante sia meno conosciuto degli altri concorrenti. “Abbiamo tutti dovuto googlare il suo nome per sapere chi fosse”, protestano gli attori siciliani.
L’iter di nomina –Il 18 settembre ad avere superato la selezione per dirigere il Biondo erano in quattro: l’italo indiano Rajeev Badhan, il palermitano Alfio Scuderi, il toscano Luca Lazzareschi (spinto da Forza Italia) e Santoro. Alla fine il testa a testa tra gli ultimi due è stato vinto da quest’ultimo. Attore, classe 1972, originario di Caserta, è direttore artistico della compagnia “La pirandelliana” da lui fondata. Santoro è stato sponsorizzato dai meloniani: è considerato molto vicino a Federico Mollicone, presidente Fdi della commissione Cultura alla Camera.
La lettera: “Scambio di poltrone” – Contro l’ipotetica nomina di Santoro si era schierato un nutrito gruppo di lavoratori culturali della città. Il collettivo Operatori Spettacolo dal vivo Palermo aveva scritto una lettera indirizzata al Cda del Teatro: “Il processo decisionale dimostra come, ancora una volta, è la politica a gestire le nomine come mero scambio di poltrone, senza tenere conto di una progettualità – recita la missiva – Oggi la città sarebbe stata in grado di proporre più di un candidato tra i tanti che vi operano con successo e che contribuiscono fattivamente al processo di crescita del territorio”. La scelta del cda sembrerebbe invece essere quella di “favorire il direttore di una compagnia privata che ha presentato un curriculum inferiore alle candidature ricevute”, sostengono ancora gli autori della protesta. “Pertanto – continuano – ci domandiamo quale sia il criterio di selezione. Il Teatro Biondo è un punto di riferimento culturale per la città, una città di respiro europeo, accogliente e attrattiva, che merita una programmazione degna di questa reputazione creata nel tempo. Per questo motivo ci si auspica che le proposte culturali più interessanti del territorio, come le migliori produzioni internazionali, si possano trovare nelle stagioni del Teatro. Pensate davvero che Valerio Santoro sia l’uomo più adatto per operare in questo contesto?”.
La delusione – In un primo momento sembrava che la missiva potesse aver convinto il consiglio di amministrazione a cambiare opinione sul nuovo direttore. In meno di 24 ore, però, è arrivata la nomina. “C’è una grossa delusione, abbiamo tutti dovuto googlareValerio Santoro per sapere chi fosse”, dice Dario Muratore, attore palermitano tra i coordinatori della protesta degli operatori culturali. “Conoscevamo bene Lazzareschi – prosegue – ecco perché almeno l’idea del tandem poteva essere un modo per salvaguardare una certa idea di teatro. Adesso non sappiamo cosa aspettarci. Di certo possiamo auspicare che questo direttore abbia un’attenzione, voglia di studiare il territorio. Il Teatro Biondo è l’unico vero e grande produttore della città, un punto di riferimento per noi attori”.