Grande festa all’Istituto di ricerca Mario Negri di Bergamo per il presidente Silvio Garattini che ha compiuto 96 anni. Il fondatore ha rivelato a Il Corriere della Sera il segreto della longevità: “Non c’è una ricetta: ho osservato le buone abitudini di vita. Cammino 5 chilometri al giorno, salto il pranzo, la sera antipasto, primo e dolce, e cerco di alzarmi da tavola con un po’ di appetito, come si diceva una volta. Quello che conta è ciò che si mangia nell’arco della giornata. Mentre per la mente è importante mantenere i rapporti sociali. Ho raggiunto un’età in cui bisogna raggiungere l’equilibrio tra il pensiero che domani mattina potrei non esserci più e il fatto che, se invece ci sarò, dovrò fare progetti come se avessi ancora davanti ancora tanto tempo. A lungo termine mi piacerebbe vedere migliorare il servizio sanitario nazionale, la formazione a scuola e l’informazione. Poi se va bene, bene. Altrimenti peccato”.
Sempre a proposito del sistema sanitario nazionale, Garattini non ha alcun dubbio: “Il servizio sanitario nazionale funziona, altrimenti nessuno avrebbe i soldi per pagarsi un trapianto d’organi o una chemioterapia: è un bene che dobbiamo preservare. L’unico problema è rappresentato dalla lunghezza delle liste d’attesa. Che sono causate dal fatto che non facciamo prevenzione. Abbiamo 4,5 milioni di pazienti di diabete di tipo 2, che è evitabile e ha complicazioni visive, cardiovascolari e renali. Così come è evitabile il 40% dei tumori: in Italia ci sono 12 milioni di fumatori, con il fumo che è fattore di rischio per 27 malattie, e anche l’alcol è cancerogeno. Poi ci sono liste affollate ma dobbiamo riflettere anche sul fatto che la gente non sta attenta a principi fondamentali”.
E infine sui farmaci: “Spendiamo troppi soldi. Potremmo essere molto più razionali mentre invece diamo alle donne farmaci studiati solo sui maschi e tanti problemi si potrebbero risolvere migliorando i trattamenti e riducendo le spese. Spendiamo molto per comperare i farmaci, ed è giusto che vengano dati, ma bisogna razionalizzare. Gli anziani prendono quindici medicine, ma non è detto che siano meglio di dieci o di cinque. C’è un grande spreco senza raggiungere l’obiettivo di migliorare la salute. Il mercato della medicina è molto grande e solo la prevenzione può controllarlo”.