C’è un altro virus che sta allertando le agenzie di sicurezza sanitaria, in particolare nel Regno Unito. Dove almeno il 70% dei contagi rilevati negli ultimi tempi è stato causato dal Norovirus, un virus a RNA tra le principali cause di gastroenterite in molte parti del mondo. In particolare, il responsabile è un ceppo relativamente nuovo del patogeno, classificato dagli scienziati con il nome di GII.17. Si tratta del cosiddetto ceppo “Kawasaki”, già osservato anche in Italia. Come informa il bollettino britannico “National norovirus and rotavirus report, week 45 report: data to week 43 (27 October 2024)”, nelle settimane 42 e 43 – a cavallo tra ottobre e novembre – è stato registrato più del doppio dei casi rispetto alla media del periodo, calcolata su cinque stagioni per le medesime due settimane. In base ai dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), quasi 700 milioni di persone ogni anno vengono contagiate dai Norovirus, delle quali 200mila perdono la vita. La maggior parte dei decessi – 50mila – riguarda i bambini dei Paesi in via di sviluppo con un’età inferiore ai cinque anni, essendo particolarmente suscettibili alle complicanze dell’infezione come la disidratazione.

Sintomi
L’infezione è conosciuta come “malattia del vomito invernale” perché il vomito è uno dei principali sintomi, soprattutto nei più piccoli, assieme alla diarrea e i dolori addominali. Fortunatamente la sintomatologia, per quanto acuta, nella maggior parte dei casi sparisce entro un paio di giorni. Tra le altre manifestazioni possibili anche dolori muscolari, mal di testa e una lieve e temporanea febbre.
“La diffusione del Norovirus rappresenta una novità, non per la tipologia di infezione che è ben nota ormai da molti anni, ma per questo nuovo ceppo che è stato isolato alcuni anni fa e che adesso ha fatto la sua comparsa in Europa e anche in Italia – spiega al FattoQuotidiano.it il professor Roberto Cauda, docente di Malattie infettive dell’Università Cattolica e dell’università Campus bio-medico -. Un virus che si diffonde soprattutto nella popolazione pediatrica e che, nella stragrande maggioranza dei casi, si presenta in forma benigna”.

Gli ambienti dove si diffonde di più
“La novità di questa situazione è rappresentata dal nuovo virus ‘Kawasaki’ che, rispetto a quelli noti del passato, sembra avere una maggiore trasmissibilità e quindi una maggiore capacità di diffusione. Che avviene per via oro-fecale (attraverso quindi cibo, acqua e contatto con le feci, ndr), ma anche gli aerosol e toccando le superfici contaminate. È per questo motivo che il patogeno può provocare mini epidemie in spazi ristretti: molti casi sono stati segnalati per esempio durante le crociere o in luoghi dove si radunano molte persone o nelle scuole. Sta di fatto che la via di trasmissione oro-fecale è di gran lunga la più diffusa”. Non è però il caso di parlare di emergenza, “anche se per i pazienti più piccoli questa infezione può rappresentare un problema proprio per la facilità con la quale si possono infettare con le mani sporche – sottolinea Cauda. – Il rischio che si può presentare in casi particolari è quello della disidratazione di chi ne è colpito”.

Prevenzione
Per quanto riguarda tutte le strategie di contenimento di infezioni del genere, la profilassi, “è fondamentale il lavaggio delle mani con abbondante acqua e sapone. Mentre per quanto riguarda i gel disinfettanti, ampiamente utilizzati durante il Covid – conclude Cauda – si deve ancora confermare la loro validità, anche se alcuni esperti ne mettono in dubbio l’efficacia”.

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