Il Tribunale di Roma ha prosciolto Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Aci (Automobile club Italia), dall’accusa di falso per aver omesso di comunicare emolumenti percepiti da diversi enti, aggirando così il tetto annuale di 240mila euro di retribuzione previsto per i manager pubblici. Il manager era stato mandato a giudizio con citazione diretta lo scorso maggio, ma alla prima udienza la stessa Procura di Roma, rappresentata dal pm Carlo Villani, ha chiesto il non luogo a procedere sulla base di alcuni documenti presentati dalla difesa. Il giudice monocratico ha quindi prosciolto l’imputato con la formula “perché il fatto non costituisce reato”. Sticchi, infatti, è riuscito a dimostrare di aver commesso un errore in maniera inconsapevole nelle dichiarazioni dei redditi depositate fra il 2017 e il 2020, tanto che sul sito dell’Aci erano riportati correttamente i redditi lordi.
“Il proscioglimento, addirittura pre-dibattimentale, disposto dal giudice del Tribunale di Roma ha chiaramente certificato la correttezza comportamentale e istituzionale di Angelo Sticchi Damiani”, commenta il suo difensore Roberto Eustachio Sisto. “La difesa ha puntualmente dimostrato, documenti alla mano, la ortodossia nelle scelte del presidente dell’Aci, così da consentire anche al pubblico ministero di condividere lealmente la fondatezza della conseguente richiesta di proscioglimento. Una bella pagina di giustizia, che chiude definitivamente una vicenda dolorosa nonché ogni tentativo di speculazione extraprocessuale nei confronti di un galantuomo quale è Angelo Sticchi Damiani”.