L’opposizione esulta, la maggioranza cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno. Si dividono a metà le reazioni politiche alla decisione della Corte costituzionale che ha svuotato la riforma del ministro leghista Roberto Calderoli sull’autonomia differenziata, rigettando la tesi dell’incostituzionalità dell’intera legge ma bocciando sette punti centrali, a partire dalla possibilità di devolvere alle Regioni intere materie ora di competenza esclusiva o concorrente dello Stato. A festeggiare per primi sono stati i governatori delle Regioni che hanno portato la legge alla Consulta, cioè Puglia, Sardegna, Toscana e Campania: “Abbiamo difeso l’unità della Repubblica e l’uguaglianza delle Regioni e dei cittadini italiani. La legge Calderoli, così come concepita dal governo, è stata completamente destrutturata dalla Corte costituzionale e tecnicamente non esiste più essendo sostanzialmente inapplicabile”, afferma il governatore pugliese Pd Michele Emiliano. La presidente sarda Alessandra Todde, del M5s, rivendica invece che “tutte le disposizioni dichiarate incostituzionali figurano tra quelle impugnate dalla Regione Sardegna, la quale colleziona tra le regioni ricorrenti il più alto numero di motivi di impugnazione accolti. A riprova del fatto che l’iniziativa sarda non aveva carattere pretestuoso, né era indotta da motivazioni propagandistiche, ma era sinceramente animata dal proposito di contribuire al ripristino della legalità costituzionale violata”.
Tra i leader nazionali del “campo largo” esulta sui social il presidente M5s Giuseppe Conte: “Abbiamo combattuto in Parlamento (prendendo anche pugni), nelle piazze a suon di firme, con la nostra governatrice Alessandra Todde, che si è vista accogliere i motivi del ricorso. Oggi la Corte costituzionale frena il progetto di autonomia con cui Meloni, Salvini e Tajani volevano fare a pezzi il tricolore e la nostra unità. L’Italia è una e solidale, la difenderemo sempre, con la massima determinazione. Con la più intensa passione. Se ne facciano una ragione”. Mentre la segretaria Pd Elly Schlein, a Perugia per la chiusura della campagna elettorale per le Regionali in Umbria, provoca il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini: “Salvini mi aveva detto qualche mese fa che l’autonomia è in Costituzione e che me ne avrebbe regalato una. Direi che può tenersela e che magari può regalarla a Giorgia Meloni così magari la leggono insieme. Bastava leggere insieme la Costituzione per evitare l’ennesimo flop, e non è l’unico”.
I grandi delusi, invece, sono i presidenti leghisti delle Regioni del nord, i maggiori sponsor della riforma. Che però sottolineano come la “cornice” della legge sia stata risparmiata e quindi la devolution, con le necessarie modifiche, potrà realizzarsi: “La Corte costituzionale ha confermato la legittimità della legge sull’autonomia differenziata, sancendo ancora una volta che il nostro percorso è in linea con la Costituzione. È una conferma importante e rappresenta un passaggio storico per il Veneto e per tutto il Paese. Questo verdetto, di cui attendo di leggere il dettaglio delle motivazioni, rafforza il lavoro svolto negli anni e conferma che l’autonomia non è una questione divisiva, ma un’opportunità per dare voce e valore a ogni singolo territorio, nel rispetto dell’unità della Repubblica”, afferma il governatore veneto Luca Zaia. Si spinge ancora più in là il lombardo Attilio Fontana: la sentenza, sostiene, “mette la parola fine a chi, artatamente, ha fino a oggi definito incostituzionale la legge Calderoli. L’autonomia si farà. I gufi mistificatori e dispensatori di fake news vengono smentiti anche dalla Corte costituzionale. Già da domani valuteremo nel dettaglio i rilievi formulati dalla Consulta, ma ciò che più conta è che il negoziato non si ferma e il percorso intrapreso va avanti per raggiungere il risultato auspicato dai lombardi”. A predicare ottimismo anche una nota del Carroccio: “L’Autonomia ha superato l’esame di costituzionalità ed è un’ottima notizia: i rilievi saranno facilmente superati dal Parlamento. Dopo il parere tecnico di ieri sul ponte sullo Stretto, è un altro passo in avanti decisamente positivo”.
Dopo qualche ora dall’uscita della sentenza interviene anche il padre della legge, Roberto Calderoli: “La decisione della Corte costituzionale ha chiarito in maniera inequivocabile che la legge sull’autonomia differenziata nel suo insieme è conforme alla Costituzione. Su singoli profili della legge attenderemo le motivazioni della sentenza, per valutare gli eventuali correttivi da apportare“, afferma. “La stessa Corte”, prosegue, “nel suo comunicato invita ad assicurare la piena funzionalità della legge e riconosce che l’autonomia differenziata “deve essere funzionale a migliorare l’efficienza degli apparati pubblici, ad assicurare una maggiore responsabilità politica e a meglio rispondere alle attese e ai bisogni dei cittadini”. Sono esattamente gli obiettivi che vogliamo realizzare e che realizzeremo. Detto ciò, la sentenza non incide sul lavoro che stiamo portando avanti con i negoziati avviati con le Regioni, che proseguiranno nelle prossime settimane”.
Politica
Autonomia, l’opposizione esulta per il verdetto della Consulta: “La legge non c’è più”. Ma la Lega: “Faremo le modifiche e andremo avanti”
L’opposizione esulta, la maggioranza cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno. Si dividono a metà le reazioni politiche alla decisione della Corte costituzionale che ha svuotato la riforma del ministro leghista Roberto Calderoli sull’autonomia differenziata, rigettando la tesi dell’incostituzionalità dell’intera legge ma bocciando sette punti centrali, a partire dalla possibilità di devolvere alle Regioni intere materie ora di competenza esclusiva o concorrente dello Stato. A festeggiare per primi sono stati i governatori delle Regioni che hanno portato la legge alla Consulta, cioè Puglia, Sardegna, Toscana e Campania: “Abbiamo difeso l’unità della Repubblica e l’uguaglianza delle Regioni e dei cittadini italiani. La legge Calderoli, così come concepita dal governo, è stata completamente destrutturata dalla Corte costituzionale e tecnicamente non esiste più essendo sostanzialmente inapplicabile”, afferma il governatore pugliese Pd Michele Emiliano. La presidente sarda Alessandra Todde, del M5s, rivendica invece che “tutte le disposizioni dichiarate incostituzionali figurano tra quelle impugnate dalla Regione Sardegna, la quale colleziona tra le regioni ricorrenti il più alto numero di motivi di impugnazione accolti. A riprova del fatto che l’iniziativa sarda non aveva carattere pretestuoso, né era indotta da motivazioni propagandistiche, ma era sinceramente animata dal proposito di contribuire al ripristino della legalità costituzionale violata”.
Tra i leader nazionali del “campo largo” esulta sui social il presidente M5s Giuseppe Conte: “Abbiamo combattuto in Parlamento (prendendo anche pugni), nelle piazze a suon di firme, con la nostra governatrice Alessandra Todde, che si è vista accogliere i motivi del ricorso. Oggi la Corte costituzionale frena il progetto di autonomia con cui Meloni, Salvini e Tajani volevano fare a pezzi il tricolore e la nostra unità. L’Italia è una e solidale, la difenderemo sempre, con la massima determinazione. Con la più intensa passione. Se ne facciano una ragione”. Mentre la segretaria Pd Elly Schlein, a Perugia per la chiusura della campagna elettorale per le Regionali in Umbria, provoca il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini: “Salvini mi aveva detto qualche mese fa che l’autonomia è in Costituzione e che me ne avrebbe regalato una. Direi che può tenersela e che magari può regalarla a Giorgia Meloni così magari la leggono insieme. Bastava leggere insieme la Costituzione per evitare l’ennesimo flop, e non è l’unico”.
I grandi delusi, invece, sono i presidenti leghisti delle Regioni del nord, i maggiori sponsor della riforma. Che però sottolineano come la “cornice” della legge sia stata risparmiata e quindi la devolution, con le necessarie modifiche, potrà realizzarsi: “La Corte costituzionale ha confermato la legittimità della legge sull’autonomia differenziata, sancendo ancora una volta che il nostro percorso è in linea con la Costituzione. È una conferma importante e rappresenta un passaggio storico per il Veneto e per tutto il Paese. Questo verdetto, di cui attendo di leggere il dettaglio delle motivazioni, rafforza il lavoro svolto negli anni e conferma che l’autonomia non è una questione divisiva, ma un’opportunità per dare voce e valore a ogni singolo territorio, nel rispetto dell’unità della Repubblica”, afferma il governatore veneto Luca Zaia. Si spinge ancora più in là il lombardo Attilio Fontana: la sentenza, sostiene, “mette la parola fine a chi, artatamente, ha fino a oggi definito incostituzionale la legge Calderoli. L’autonomia si farà. I gufi mistificatori e dispensatori di fake news vengono smentiti anche dalla Corte costituzionale. Già da domani valuteremo nel dettaglio i rilievi formulati dalla Consulta, ma ciò che più conta è che il negoziato non si ferma e il percorso intrapreso va avanti per raggiungere il risultato auspicato dai lombardi”. A predicare ottimismo anche una nota del Carroccio: “L’Autonomia ha superato l’esame di costituzionalità ed è un’ottima notizia: i rilievi saranno facilmente superati dal Parlamento. Dopo il parere tecnico di ieri sul ponte sullo Stretto, è un altro passo in avanti decisamente positivo”.
Dopo qualche ora dall’uscita della sentenza interviene anche il padre della legge, Roberto Calderoli: “La decisione della Corte costituzionale ha chiarito in maniera inequivocabile che la legge sull’autonomia differenziata nel suo insieme è conforme alla Costituzione. Su singoli profili della legge attenderemo le motivazioni della sentenza, per valutare gli eventuali correttivi da apportare“, afferma. “La stessa Corte”, prosegue, “nel suo comunicato invita ad assicurare la piena funzionalità della legge e riconosce che l’autonomia differenziata “deve essere funzionale a migliorare l’efficienza degli apparati pubblici, ad assicurare una maggiore responsabilità politica e a meglio rispondere alle attese e ai bisogni dei cittadini”. Sono esattamente gli obiettivi che vogliamo realizzare e che realizzeremo. Detto ciò, la sentenza non incide sul lavoro che stiamo portando avanti con i negoziati avviati con le Regioni, che proseguiranno nelle prossime settimane”.
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Meloni chiude la campagna elettorale in Umbria: “Schlein sia seria e risponda su Fitto, non a me ma agli italiani”
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Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.
(Adnkronos) - Gli attacchi - ordinati secondo quanto riferito dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump - hanno colpito radar, difese aeree e sistemi missilistici e di droni. Secondo il Times, l'obiettivo è riaprire le rotte di navigazione nel Mar Rosso che sono state minacciate dagli attacchi degli Houthi alle navi israeliane.