“Sono felice di poter dimostrare la mia stima nei confronti di Roberto Scarpinato”. Inizia così il suo intervento Nino Di Matteo, sostituto procuratore della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, alla presentazione del libro di Saverio Lodato ‘Cinquant’anni di Mafia’ al Teatro Quirino di Roma. “Estromettere Scarpinato dalla commissione parlamentare Antimafia, prim’ancora cercare di delegittimarlo con argomenti che non stanno in piedi, risponde alla esigenza di evitare qualsiasi approfondimento in direzione di possibili causali delle stragi legate alla destra eversiva, legate alla trattativa ‘Stato-Mafia’, legate a movimento politici, all’epoca delle stragi, in fase di formazione e quindi attraverso Dell’Utri anche con Silvio Berlusconi e con l’allora nascente movimento politico Forza Italia. Questo è lo scopo che è chiaro ai miei occhi”.

Di Matteo, poi, critica “il metodo” utilizzato dalla commissione parlamentare Antimafia, presieduta da Chiara Colorismo per indagare sulle stragi. “Nel biennio 92-94 sono state compiute sette stragi. E’ necessario, per capire qualcosa, avere una visione unitaria di quanto accaduto, un’ottica di analisi complessiva che tenga conto del collegamento tra un episodio criminale e gli altri, che tenga conto del quadro politico nazionale ed internazionale di quel periodo. Estrapolare- conclude Di Matteo – la sola strage di Via D’Amelio, addirittura soltanto su una pista, di fatto costituisce un intralcio alla verità. Atomizzare, spezzettare, considerare i fatti uno distinto dagli altri, volersi concentrare sul particolare perdendo completamente di vista il quadro generale, è il metodo che rischia di costituire la pietra tombale nella speranza di approfondimento della verità”.

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