“Vi informiamo che le persone Israeliane in quanto responsabili di genocidio non sono clienti ben accetti nella nostra struttura. Quindi se voleste cancellare la vostra prenotazione sarete felici di farlo e noi saremmo felici di accordarvi gratuitamente la cancellazione”. Con queste parole lo “staff” di una struttura ricettiva di Selva di Cadore (Belluno), l’Hotel Garni Ongaro, ha risposto su Booking.com a un gruppo di turisti israeliani. Contattata, la struttura non ha voluto dare spiegazioni né dichiarazioni.
La vicenda è stata resa nota dal sito JFeed.com e poi da quello della comunità ebraica di Milano Bet Magazine Mosaico, che l’attribuisce a un gruppo di turisti israeliani intenzionati a compiere una vacanza sulle Dolomiti all’inizio di novembre. E’ stato inoltre diffuso un presunto messaggio del gestore dell’albergo, Patrick Ongaro, su un proprio profilo social – che tuttavia risulta privato – nel quale conferma il suo rifiuto ad accogliere clienti israeliani. Il sito della comunità milanese ricorda che in aprile si era verificato un caso simile con Paolo Maddaloni, titolare dell’Hotel “Le Funi” di Bergamo. “L’incidente – riferisce JFeed.com – ha attirato l’attenzione del ministero degli Esteri israeliano, che ha confermato che sta indagando sulla questione. Inoltre, si stanno prendendo misure per chiedere a Booking.com di rimuovere l’hotel dalla propria piattaforma, poiché questo comportamento viola le policy dell’azienda”.
Cosa, in realtà, già pensata dallo stesso Ongaro che, oltre a Facebook e a Instagram, ha oscurato anche la pagina della sua struttura su Booking.com, la piattaforma dove è avvenuto lo scambio di messaggi con i turisti israeliani rifiutati. Rimane ancora attiva quella su Tripadvisor, dove utenti italiani e stranieri, nella sezione domande e risposte, stanno scrivendo e commentando. Lo stesso gestore dell’albergo aveva scritto un post, di cui circolano gli screenshot, in cui afferma di essere stato minacciato per la sua scelta: “Bene! Sono appena stato minacciato da un ente israeliano non ben definito, in seguito ad essermi rifiutato di accogliere nel mio albergo clienti israeliani a causa del genocidio in atto” si legge. “La cosa non mi spaventa – continua Ongaro – ma anzi dimostra che se tutti facciamo qualcosa nel nostro piccolo possiamo fare la differenza e se certi personaggi si scomodano vuol dire che temono le nostre azioni”. “Detto ciò – conclude il 49enne – se mi accadesse qualcosa sapete il perché”.