Il prezzo del gas sul mercato europeo si porta sui massimi dell’ultimo anno, con quotazioni al di sopra dei 45 euro al megawatt/ora. Da settimane il gas scambiato ad Amsterdam oscilla intorno ai 40 euro, con una fase di rialzo iniziata alla metà dello scorso settembre. La spinta odierna è legata all‘annuncio dell’operatore austriaco Omv […]
Il prezzo del gas sul mercato europeo si porta sui massimi dell’ultimo anno, con quotazioni al di sopra dei 45 euro al megawatt/ora. Da settimane il gas scambiato ad Amsterdam oscilla intorno ai 40 euro, con una fase di rialzo iniziata alla metà dello scorso settembre. La spinta odierna è legata all‘annuncio dell’operatore austriaco Omv riguardante la vittoria di un arbitrato con la russa Gazprom.
Il timore è che la pronuncia possa portare, che potrebbe portare, come ritorsione, a un’interruzione delle forniture di gas da parte del colosso russo. L’Austria è un paese ancora fortemente dipendente dal gas che proviene da Mosca. Il lodo arbitrale ha riconosciuto all’operatore austriaco danni per 230 milioni di euro, a cui vanno aggiunti i costi e gli interessi, in relazione a forniture “irregolari” ricevute da Gazprom nel 2022.
Le attuali quotazioni sono lontane dai picchi raggiunti due anni fa, oltre i 300 euro. Il prezzo, tuttavia, è circa il doppio rispetto alla media storica del periodo precedente l’invasione dell’Ucraina. Al momento il gas russo non è oggetto di sanzioni, poiché l’Europa non sarebbe in grado di farne completamente a meno. Tuttavia molti paesi hanno diversificato le forniture, riducendo quelle via gasdotto e aumentando quelle di gnl, via nave, molto più costoso. Paradossalmente anche una quota significativa di gnl proviene dalla Russia, oltre che da Stati Uniti e Qatar.
A fine anno potrebbero esserci ulteriori sussulti. Scade infatti l’accordo tra Mosca e Kiev per il transito di gas russo sul territorio ucraino (accordo per cui la Russia paga, nonostante la guerra, 800 milioni di euro l’anno). Al momento l’Ucraina non è intenzionata a rinnovare l’intesa alle medesime condizioni attuali. . Gli stoccaggi europei sono pieni zeppi, vicini al 100% di riempimento. Ma l’inverno ancora deve iniziare e queste riserve sono una sorta di cuscinetto per affrontare le fasi di maggiore stress, non sono in grado di assicurare approvvigionamenti a lungo termine.