Lo studio è stato condotto dai ricercatori dell'Università di Uppsala in Svezia che hanno ipotizzato che lo zucchero del latte, in particolare il galattosio, possa nel tempo scatenare infiammazioni nelle cellule del corpo, mettendo a dura prova il cuore
Bere troppo latte non fa bene. Lo rivela un recente studio che ha scoperto che le donne che bevono almeno 400 ml al giorno di questa bevanda hanno maggiori probabilità di avere un infarto o un ictus rispetto a quelle che ne bevono meno. E il risultato non cambia se il latte è scremato, perché il rischio non dipende dal contenuto di grassi del latte. Lo studio è stato condotto dai ricercatori dell’Università di Uppsala in Svezia che hanno ipotizzato che lo zucchero del latte, in particolare il galattosio, possa nel tempo scatenare infiammazioni nelle cellule del corpo, mettendo a dura prova il cuore. E il rischio maggiore potrebbe riguardare solo le donne, perché metabolizzano meno rapidamente il lattosio rispetto agli uomini.
Come si è svolto lo studio
La ricerca, pubblicata sulla rivista BMC Medicine, ha esaminato due ampi studi basati sulla popolazione che hanno coinvolto 101mila persone, tra cui circa 60mila donne e circa 40mila uomini. Ai partecipanti è stato chiesto di compilare un questionario sul loro stile di vita e sulla loro dieta e sono stati sottoposti a follow-up 33 anni dopo.
Si è scoperto quindi che più latte bevevano le donne, più aumentava il rischio di malattie cardiache. Più precisamente, le donne che bevevano 600 ml di questa sostanza al giorno avevano un rischio maggiore del 12%; del 21% se ne bevevano 800 ml. I ricercatori hanno affermato che i risultati sono stati simili per il latte intero, quello semigrasso e quello scremato. Da qui il consiglio di sostituire una parte del latte nella dieta con prodotti a base di latte fermentato, come lo yogurt, per ridurre in parte il rischio. Si tratta di prodotti che contengono meno lattosio del latte perché il processo di fermentazione scompone parte del lattosio.
L’autore dello studio, il professor Karl Michaelsson, ha scritto sulla rivista BMC Medicine che la loro analisi “supporta un’associazione tra l’assunzione di latte superiore a 300 ml al giorno e tassi più elevati di cardiopatia ischemica e infarto del miocardio (attacco cardiaco) in particolare nelle donne, ma non negli uomini”.
Il parere dell’esperto
“Si tratta di un ottimo studio condotto da un gruppo di ricercatori che svolgono da anni ricerche epidemiologiche sulla relazione tra alimentazione e insorgenza di varie patologie – spiega al FattoQuotidiano.it il dottor Franco Berrino, epidemiologo e già Direttore del Dipartimento di Medicina preventiva e predittiva dell’Istituto tumori di Milano – . Stiamo parlando di una quantità di latte consumata che è abbastanza rara, almeno dalle nostre parti. In questa ricerca si parla di oltre un terzo di litro, più di 300 ml, per avere rischi cardiovascolari. Certo, se bevessimo ogni giorno due abbondanti tazze di cappuccino potremmo però superare quella soglia”.
Tutta colpa di uno zucchero
Alla base del meccanismo che può portare all’aumento dell’insorgenza di ictus e di infarto, come spiega l’esperto, c’è uno zucchero, il galattosio, che insieme al glucosio forma il lattosio presente nel latte. “I ricercatori ipotizzano che il galattosio del latte stimola un aumento dell’ACE-2, un enzima che converte la proteina angiotensina-1 in angiotensina-2 che aumenta la pressione del sangue – continua Berrino – . Gli uomini risultano esposti di meno a questo rischio – anche se non ne sono esenti del tutto come ha dimostrato un altro studio finlandese – perché rispetto alle donne sono maggiormente capaci di liberarsi del galattosio”.
Più protetti con lo yogurt
Il quadro cambia se parliamo di latte fermentato, come soprattutto lo yogurt o i formaggi stagionati. “Lo yogurt riduce il rischio cardiovascolare perché è un prodotto in cui molte sostanze del latte sono state digerite dai batteri, come appunto il galattosio che stimola l’ACE-2. Inoltre questo alimento ha un’azione protettiva contro il cancro; da questo punto di vista è bene ricordare che il latte contiene aminoacidi ramificati, come la lisina, che attivano una via molecolare che aumenta la proliferazione cellulare, quindi il rischio di cancro”. In ogni caso si parla di grandi quantità di latte consumato, oltre 300-400. Anche se, come ricorda sempre l’esperto, “I medici ancora oggi consigliano alle donne in menopausa di prevenire l’osteoporosi bevendo mezzo litro di latte al giorno. Facendo così non solo non prevengono la fragilità ossea (è stato dimostrato che il latte non ha un ruolo nella prevenzione) – conclude Berrino – ma espongono le donne a maggiori rischi di infarto e altre serie patologie”.