“Siamo contentissimi dell’esperienza delle Atp Finals a Torino, è andata sopra le aspettative”. È una promozione totale quella che il presidente dell’Atp Andrea Gaudenzi riserva al torneo nella città piemontese. “Provenendo da Londra c’era un po’ di tensione. A Torino siamo arrivati con il Covid (nel 2021, ndr), problematiche fuori e dentro il palazzetto. Adesso è diventato tutto stupendo. Al di là del calore del pubblico a sorprendermi è stata l’integrazione con la città. Ti sembra di vivere il tennis un po’ ovunque, è una cosa che è piaciuta tantissimo. Torino ha dato non solo quello che doveva dare, ma anche di più. Un Atp 500 a Torino? Onestamente è la prima volta che lo sento”, ha spiegato il numero uno dell’associazione dei tennisti professionisti.
Gaudenzi ha poi proseguito parlando del prossimo quinquennio, che partirà nel 2026 e la cui sede verrà annunciata domenica: “Le linee guida sono tante, dalla ricerca di un mercato con un alto interesse per il tennis e un’ottima atmosfera fino al tema geografico, visto che il torneo si svolge dopo quello di Parigi-Bercy. Poi c’è l’aspetto economico, il mercato. Sono tante le variabili. L’obiettivo è un prodotto di successo come è stato in questi anni a Torino”. Tra l’altro domenica, salvo clamorosi colpi di scena, arriverà l’annuncio che tutti aspettano: Atp Finals confermate in Italia fino al 2030 (con l’ipotesi staffetta Torino-Milano).
A proposito delle polemiche sulla questione delle palline: “Abbiamo centralizzato per la prima volta il processo di quali palle si usano nei tornei per evitare che cambino ogni settimana. Per l’esecuzione ci vogliono 1-2 anni perché devono scadere i contratti commerciali precedenti. Poi c’è un tema di specifiche e di standard di qualità da dare, ci stiamo lavorando. Per quanto riguarda gli infortuni, vi posso dire che io giocavo 35 tornei all’anno e mi sono spaccato tre volte la spalla, non posso essere un buon esempio. In verità non è cambiato granché in questi anni. A oggi ci sono ancora 4 Slam e 9 Masters 1000. I giocatori possono scegliere il loro programma, come ha detto Sinner. Se poi ci sono anche le esibizioni dai ricchi cachet… Semmai concordo con i giocatori sul fatto che la stagione off è troppo breve, anche per il cambio di format della Coppa Davis. È complesso perché non abbiamo un sistema centralizzato”.
Riguardo alla problematica del doping: “Noi siamo esterni e indipendenti, rispetto a quando giocavo io è stato esternalizzato il procedimento. Si può ancora migliorare, magari il problema è stato in termini di comunicazione. Il processo è chiaro, è complesso il tema e inevitabilmente può apparire per chi legge un po’ opaco, ma il processo è stato gestito bene. Se le tempistiche sono lunghe devo dire che dipende anche dalla controparte. E poi, se dura due settimane non è detto che si arrivi alla verità”.
Su come il tennis possa diventare un prodotto di prima fascia in futuro, Gaudenzi ha le idee chiare: “Dobbiamo unirci a Wta e Grande Slam per creare un’unica piattaforma digitale che consenta all’appassionato, con un solo abbonamento, di vedere tutto. Allo stesso tempo dobbiamo massimizzare la distribuzione, ci sono le pay tv, le tv in chiaro che sono molto importanti per noi. Tutto questo fa parte del nostro piano One Vision per un’unica governance. I nostri problemi derivano dal fatto che le decisioni sul tennis vengono prese da 7 board differenti. Stiamo lavorando con la Wta sul progetto Tennis Ventures per l’unione dei diritti commerciali dei due tour, contiamo di chiudere entro la fine del 2025. Ma per me dovremmo unirci anche agli Slam”.
Il presidente dell’Atp si è espresso anche sulla rivalità televisiva col calcio, con il match di Sinner in contemporanea alla partita della Nazionale italiana: “Sono il primo fan del tennis, sono sempre stato un po’ invidioso del calcio che ci ha sovrastato, ma adesso Sinner sta tirando su il tennis. Se stasera il tennis batte il calcio in termini di audience io sono la persona più contenta del mondo. Sarebbe la prima volta, credo. Sarebbe stupendo, un sogno. Sono cresciuto nell’epoca in cui quando aprivi i giornali dovevi andare alla 38esima pagina per trovare un trafiletto sul tennis e io mi arrabbiavo. Ovviamente non avevamo Jannik all’epoca. Stiamo crescendo, quest’anno abbiamo fatto un record di audience sia televisivo sia di biglietteria, gli Slam hanno numeri da record, però dobbiamo sempre ambire ad andare meglio”.
Per concludere, una battuta sulla possibilità di disputare un Master 1000 in Arabia Saudita: “Se si troverà un accordo, il torneo non si svolgerà comunque prima del 2028. Loro vogliono investire nel tennis, abbiamo ascoltato le loro opinioni, noi vogliamo costruire ponti e non muri. Rispetto a qualche anno fa è cambiato tanto, hanno fatto grandi progressi e vedo in loro la volontà di cambiare. Tra di noi c’è un ottimo rapporto, stiamo discutendo, e c’è anche un tema di infrastruttura da realizzare”.