I metodi di guerra utilizzati da Israele nella Striscia di Gaza “corrispondono alle caratteristiche di un genocidio”. A metterlo nero su bianco è il Comitato speciale delle Nazioni Unite incaricato di indagare sulle pratiche israeliane. Il rapporto di 154 pagine, che lunedì prossimo verrà presentato all’Assemblea generale a New York, evidenzia le “massicce vittime civili e le condizioni imposte ai palestinesi che mettono intenzionalmente a rischio la loro vita“. Stando ai dati ufficiali le vittime a Gaza sono state sinora quasi 44mila. Un altro studio Onu ha recentemente messo in luce come 7 persone su 10 uccise a Gaza siano donne o bambini.

Il Comitato Onu rileva che “Attraverso l’assedio di Gaza, l’ostruzione degli aiuti umanitari, gli attacchi mirati e l’uccisione di civili e operatori umanitari” e “nonostante i ripetuti appelli delle Nazioni Unite, gli ordini vincolanti della Corte internazionale di giustizia e le risoluzioni del Consiglio di sicurezza, Israele provoca intenzionalmente morte, fame e lesioni gravi: usa la fame come metodo di guerra e infligge punizioni collettive alla popolazione palestinese”. Sul report ha preso posizione il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti che definisce le accuse “infondate“.

In mezzo alla devastazione di Gaza, la crescente censura dei media da parte di Israele, la soppressione del dissenso e la presa di mira dei giornalisti sono sforzi deliberati per bloccare l’accesso globale alle informazioni, rileva il Comitato. Gli incaricati dell’Onu hanno altresì rilevato come le piattaforme dei social media abbiano rimosso in modo sproporzionato “contenuti pro-palestinesi” rispetto ai post che incitano alla violenza contro i palestinesi.

Il rapporto evidenzia come la vasta campagna di bombardamenti israeliani a Gaza abbia decimato i servizi essenziali e innescato una catastrofe con effetti sanitari duraturi. Nel mese di febbraio le forze israeliane avevano utilizzato più di 25mila tonnellate di esplosivo nella Striscia di Gaza, “l’equivalente di due bombe nucleari”, ovvero circa il doppio della bomba sganciata su Hiroshima, afferma il rapporto. “Distruggendo i sistemi idrici, igienico-sanitari e alimentari, e contaminando l’ambiente, Israele ha creato un mix mortale di crisi che causerà gravi danni alle generazioni a venire”, denuncia ancora.

Il Comitato Onu si dice inoltre “profondamente allarmato per la distruzione senza precedenti delle infrastrutture civili e per l’elevato numero di morti a Gaza”. Un bilancio che solleva serie preoccupazioni sull’uso da parte di Israele di sistemi di puntamento potenziati dall’intelligenza artificiale: “L’uso da parte dell’esercito israeliano di sistemi di puntamento assistiti dall’intelligenza artificiale, con una supervisione umana minima, combinato con bombe pesanti, evidenzia il disprezzo di Israele per il suo obbligo di distinguere tra civili e combattenti e di adottare adeguate misure protettive per prevenire la morte di civili”, afferma il rapporto.

Il Rapporto ha esaminato il periodo che va dall’attacco del 7 ottobre 2023 di Hamas fino allo scorso luglio. Da allora le condizioni nella Striscia di Gaza sono ulteriormente peggiorate. Oggi la ong Medici Senza Frontiere ha fatto sapere che Israele impedisce il trasferimento negli ospedali della Giordania di bambini che necessitano di cure urgenti, senza fornire alcuna motivazione per il diniego.

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